ROMA – Sono 19 i miliardi di euro che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese del settore-costruzioni e questo è uno dei motivi principali dei numerosi fallimenti che riguardano in modo particolare una realtà come quella del Mezzogiorno.
Di questo si è discusso nel corso della giornata organizzata da Paolo Buzzetti, presidente Ance e Federcostruzioni, nel corso della quale è intervenuto anche Silvio Sarno (in piedi, nella foto), l’imprenditore irpino, già presidente di Confindustria Avellino, neo rinnovato presidente di Atecap, l’Associazione tecnico economica del calcestruzzo preconfezionato che ha sede a Roma.
Silvio Sarno, commentando l’iniziativa del “D. Day” organizzato ieri da Ance e Federcostruzioni, ha detto: “Quale imprenditore nel settore del calcestruzzo, sono ogni giorno, in prima persona, a pagare il prezzo dell’inerzia della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende che fanno parte della filiera delle costruzioni. E’ inconcepibile che, ancora oggi, la PA abbia 19 miliardi di euro di debito nei confronti di questo settore”. “Diretta conseguenza di questo fenomeno – prosegue Sarno – è l’aumento del 40% di fallimenti riscontrabile tra le aziende di questo settore nel solo biennio 2009/2011, in particolare nel Centro e nel Sud d’Italia. “
“Mi colpisce particolarmente – ha concluso Sarno – il caso a me vicino della Campania, una delle regioni del nostro Paese che maggiormente sta pagando il prezzo di questo fenomeno con una altissima percentuale di fallimenti delle aziende locali coinvolte in questa filiera”.
Al dibattito, tenutosi ieri mattina presso la sede dell’Associazione nazionale costruttori edili, hanno partecipato esponenti dell’Anci, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, dell’Upi, Unione delle Province d’Italia, del Consiglio nazionale degli architetti, nonché numerose personalità del mondo politico ed istituzionale del nostro Paese, a sottolineare la grande attenzione e il sostegno rivolto dalle amministrazioni locali a questo delicato tema, moderati dal giornalista Oscar Giannino.
Nell’ambito di un confronto europeo sulle sanzioni per le pubbliche amministrazioni in materia di ritardato pagamento, la legislazione italiana risulta essere tra le meno severe d’Europa: secondo un’indagine realizzata dall’Ance a novembre 2011, infatti, i principali partner europei applicano sanzioni 3 o 4 volte più elevate rispetto a quelle previste nel nostro Paese e solo alcune realtà di nuova adesione, come la Bulgaria, applicano sanzioni inferiori rispetto a quelle messe in atto in Italia.
