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    03/07/2024

Cassa integrazione in picchiata

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b_300_220_15593462_0___images_stories_cassa_integrazione.jpgSono crollate a gennaio scorso le richieste di cassa integrazione. In provincia di Avellino l’Inps ha autorizzato appena (si fa per dire) 185 mila ore. Un terzo di quelle concesse nello stesso mese d’un anno fa e un quarto di quelle consentite nel dicembre 2011. E’ il valore più basso dall’agosto 2009. Anche nell’intero Paese si è avuta una flessione notevole; i cali, però, sono stati nettamente più contenuti di quelli segnati nella nostra circoscrizione. Rispetto allo stesso mese del 2011, infatti, in tutt’Italia le ore di Cig autorizzate sono diminuite dell’8,5% e in confronto al mese precedente del 26,7%.

Come leggere questi dati? Sono il sintomo di un miglioramento della situazione occupazionale o, al contrario, la spia di un ulteriore indebolimento, in conseguenza dei licenziamenti effettuati dalle numerose imprese che hanno chiuso i cancelli perché schiacciate dalla crisi economica? I sindacati, e non solo loro, propendono per questa seconda ipotesi, la quale sarebbe suffragata anche dalla crescita registrata nelle richieste di sussidi di disoccupazione. A quest’ultimo riguardo, i dati disponibili, disaggregati a livello provinciale (divulgati on line in un apposito osservatorio dell’Inps) si fermano all’anno 2010 e, quindi, non consentono il parallelismo temporale con quelli della Cig. Ma il loro trend è in progressiva espansione. Basti dire che nel 2007, in epoca pre-crisi, i beneficiari della disoccupazione ordinaria non agricola erano in provincia 3.169. Nel 2010 sono più che raddoppiati avendo addirittura sfiorato le 8 mila unità. I giorni lavorativi indennizzati sono balzati da poco più di 500 mila, quanti erano nel 2007, a quasi un milione e mezzo del 2010.

Ci sono poi le indennità di disoccupazione corrisposte ai lavoratori del comparto agricolo che, sempre un anno fa, hanno interessato 4.800 unità, a fronte delle 4.400 del 2007. Senza dire, infine, dei lavoratori in mobilità che, sempre nel 2010, superavano il migliaio. Quindi, è presumibile un ulteriore aumento nel 2011, anno in cui in provincia più d’una fabbrica ha cessato l’attività. Ma, per la conferma non ci resta che attendere la pubblicazione di dati più aggiornati.

Ritorniamo alla cassa integrazione. Giusto la metà delle ore autorizzate a gennaio scorso ha riguardato, nella nostra provincia, la Cig in deroga, quella che spetta ai lavoratori subordinati (inclusi i lavoranti a domicilio), apprendisti e lavoratori con contratto di somministrazione quando risultano esauriti gl’interventi ordinari o quando l’intervento integrativo non è proprio previsto. Un terzo ha interessato la cassa integrazione straordinaria e il restante 16% la Cig ordinaria. Se il dato complessivo è ripartito secondo i settori economici cui appartengono le imprese che hanno fatto ricorso a quest’ammortizzatore sociale, si può vedere che l’86% delle ore integrate ha interessato l’industria manifatturiera, il 6% il commercio, il 5% l’edilizia, l’1% l’artigianato e quel poco che resta gli altri comparti.

Scendendo più in dettaglio limitatamente all’ industria in senso stretto, si osserva che un terzo delle ore integrate in questo settore (per l’esattezza il 32,7%) è stato utilizzato dalle imprese conciarie, il 27% dalle industrie meccaniche, l’11% da quelle metallurgiche, un altro 11% dalle aziende che effettuano lavorazione di minerali non metalliferi (laterizi, conglomerati cementizi, ecc.), il 9% da aziende chimiche e della plastica, il 4% da imprese del comparto abbigliamento, un ulteriore 4% dalle imprese installatrici di impianti. Anche il settore alimentare – che è quello che sta “tirando” di più in provincia – non è stato risparmiato dalla cassa integrazione, sia pure per un plafond modesto di ore (1% del totale).

 

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