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    03/07/2024

Cassa integrazione da record anche per i colletti bianchi

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Economia_inps_riforma.jpgAVELLINO – In Irpinia l’andamento della cassa integrazione guadagni è un susseguirsi di record negativi! Nel primo trimestre di quest’anno, l’Inps ha autorizzato – come si vede dalle statistiche riportate nell’apposito osservatorio on line – oltre due milioni e 360 mila ore. Il numero più alto di sempre, perfino di quello toccato nello stesso periodo del 2010 (2.020.000 ore). Quell’anno – ritenuto horribilis giacché si pensava, a torto, che la crisi avesse raggiunto il punto massimo – la cassa integrò nella nostra provincia più di 7 milioni di ore, di cui 637 mila “ in deroga”, ammortizzatore, questo, introdotto proprio nel 2010 quale misura per fronteggiare il disfacimento occupazionale in cui versavano settori e imprese che non potevano beneficiare né della cassa ordinaria né di quella straordinaria. E nei primi tre mesi di quest'anno è proprio la cassa in deroga che fa segnare incrementi impressionanti. È cresciuta di 15 volte rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Disaggregando il dato complessivo nelle tre tipologie d’intervento (cigo, cigs e cid), si vede che la cassa in deroga ha superato le 550 mila ore, così che rappresenta il 23% del totale. Molto di più della cassa ordinaria che con le sue 203 mila ore costituisce l’8% dell’integrazione complessiva, ma assai meno di quella straordinaria che, con 1.607 mila ore, assorbe poco meno del 69%.

Dalla ripartizione per settore merceologico delle ore di cig autorizzate, si osserva che anche nel trimestre in esame la parte del leone la fa il comparto industriale. Il quale, supposto uguale a 100 il numero complessivo di ore integrate per il totale dei settori produttivi, ne ha richiesto quasi 95. Gli altri rami raggiungono percentuali assai modeste: il commercio si ferma al 3,4%; l’edilizia all’1,6%; essa però ha pagato molto in termini di imprese chiuse per fallimento e di operai licenziati. Una percentuale da prefisso telefonico è stata concessa all’artigianato. Da notare che le attività commerciali fino a poco tempo fa raramente si avvalevano della cassa integrazione. Ora la crisi morde anche loro, soprattutto la grande distribuzione che registra forti flessioni nelle vendite, con l’eccezione dei discount. In confronto con i dati del primo trimestre dell’anno scorso, in questo primo scorcio di 2014 le ore utilizzate dalle attività mercantili sono aumentate di 10 volte: furono concesse 3.500 ore un anno fa, ne sono state accordate 35 mila quest’anno.

E per continuare il paragone, aggiungiamo che nei diversi rami dell’industria l’aumento è stato mediamente del 33%, ma con forti diversificazioni tra i settori. Nel comparto meccanico – che da solo brucia l’88% delle ore concesse all’intero reparto industriale – l’incremento è stato dell’11%. In quello per la lavorazione dei minerali non metalliferi (laterizi, conglomerati cementizi, pavimenti, ecc.) che ha utilizzato il 4,5% delle ore totali dal comparto manifatturiero, il ricorso alla cig è cresciuto del 15% circa. Il settore della concia ha visto aumentare le ore concesse del 10%; esso attualmente usufruisce di appena il 2,6% delle ore d’integrazione ottenute dall’insieme dei nostri opifici. Un settore che ha fatto registrare un forte incremento della cassa integrazione è quello della lavorazione del legno. Qui il balzo ha sfiorato il 60%, ma l’intero comparto, nonostante questa impennata, incide con una bassa percentuale sulla cig dlle aziende manifatturiere. Infatti, le ore concesse rappresentano meno dell’1% del plafond complessivo.

Un’ultima annotazione. L’accresciuto ricorso alla cassa integrazione non riguarda soltanto le tute blu, ma coinvolge, in misura impressionante, anche i colletti bianchi. Infatti, l’Inps ha integrato, nel primo trimestre di quest’anno, ben 264 mila ore per la categoria degli impiegati, quasi il doppio rispetto all’anno passato. Le ore di cig utilizzate dalle categorie impiegatizie un anno fa erano pari soltanto al 7,5% del totale. Quest’anno sono schizzate all’11,2%.

 

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