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    03/07/2024

Immigrazione ed economia: le imprese che non parlano italiano

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Economia_movimprese.jpgAVELLINO – Unioncamere ha pubblicato una serie di dati sulle imprese gestite da immigrati, le quali – dopo il lieve calo numerico fatto registrare negli ultimi anni – hanno ripreso a crescere tanto che nel secondo trimestre di quest’anno in tutt’Italia ne sono state contate ben 7 mila in più rispetto al trimestre precedente. Quindi l’afflusso di persone provenienti da altri Paesi non soltanto sta incidendo sui fenomeni demografici  (l’eccedenza dei nati sui morti nelle province italiane è dovuto quasi esclusivamente all’apporto della natalità della componente straniera in quanto le culle delle coppie nostrane continuano ad essere vuote), ma influenza anche il quadro imprenditoriale, giacché molti immigrati, regolarizzata la loro posizione, spesso intraprendono un’attività economica.

Si tratta di piccole imprese gestite con la forma della ditta individuale. La loro consistenza numerica è divenuta davvero importante; su 100 imprese individuali presenti sul territorio nazionale 10 hanno per titolare un cittadino extra comunitario. Infatti, su 3 milioni e 265 mila imprese singole quelle gestite da persone extra Ue sono 325 mila. I titolari stranieri provengono prevalentemente dal Marocco, dalla Cina e dall’Albania. Gl’imprenditori nati in questi tre Paesi gestiscono quasi la metà delle aziende straniere presenti sul territorio italiano. La provincia italiana con il maggior numero di ditte individuali guidate da persone extra Ue è Prato, dove su 100 imprese individuali ben 40 hanno il titolare straniero. Nella città toscana il peso dell’imprenditoria estera è quindi quattro volte maggiore della media nazionale. Sul podio ci sono, ma con percentuali assai distanti da quelle pratesi, le province di Milano e Firenze che raggiungono, rispettivamente, il 21,4 e il 19%.

Vediamo ora i dati che riguardano la nostra provincia. In Irpinia su un totale di 27.448 ditte individuali, quelle con titolare extra Ue sono 1.389, così che l’imprenditoria forestiera si ferma a poco più del 5%. La nostra percentuale è tra le più basse del Paese (siamo all’87esimo posto).  Dopo di noi ci sono 18 circoscrizioni, quasi tutte del Sud Italia a conferma che il peso dell’imprenditoria extra Ue è maggiore nelle aree economicamente più floride, aree che  hanno un effetto calamita tanto sul lavoro autonomo quanto su quello subordinato. Ovviamente non mancano le eccezioni. Una l’abbiamo proprio nella nostra regione: la provincia di Caserta. La Terra di Lavoro – che non ha una struttura economica esaltante, tant’è che nella graduatoria del reddito pro-capite è nelle posizioni di coda – conta quasi il 13% ditte individuali straniere. Con questa percentuale si piazza tra le prime 20 province italiane. Le altre circoscrizioni campane occupano scalini più in basso: Napoli (con un peso di ditte straniere dell’8%) è oltre il 60esimo posto;  Salerno con il 6,5% è 71esima e Benevento col 3,6 è addirittura 98esima.

Incrociando i dati di Unioncamere con quelli pubblicati dalla Camera di Commercio di Avellino in occasione della Giornata dell’economia, si ricava che del totale delle imprese individuali gestite da cittadini extra Ue, il 43% opera nel settore del commercio, il 17% si dedica all’agricoltura, l’8%  gestisce un opificio manifatturiero, il 7% agisce nel comparto dell’edilizia, il 6% nella ristorazione. Le statistiche camerali consentono di allargare l’orizzonte spostandolo dal campo delle ditte individuali a quello più strutturato delle forme collettive. Le società gestite da cittadini extra Ue non sono poche; nel registro delle imprese tenuto dalla Camera di Commercio di Avellino –apprendiamo sempre dai dati della Giornata dell’economia – ne sono registrate all’incirca cinquecento: più di 320 sono società di capitale, 130 società di persone, una cinquantina le cooperative e consorzi. L’attività svolta da queste imprese collettive appartiene per un quarto al comparto manifatturiero (qui prevale la confezione di abbigliamento in pelle e di articoli di pelletteria), un altro quarto esercita il commercio, il 13% opera nel campo delle costruzioni . Quello che resta si distribuisce nella miriade di attività che compongono la galassia del terziario.

 

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