LAURO – Cercare una soluzione alternativa al problema delle detenute madri recluse in carcere con i propri bambini. È in una caldissima giornata di fine giugno che il tema viene riproposto, in Irpinia, dal Garante regionale campano per i diritti dei detenuti, Samuele Ciambriello.
Nella mattinata di oggi ha fatto visita all'istituto di Lauro, incontrando le detenute con i piccoli figli. Si tratta di uno degli Icam, istituti specializzati proprio ad ospitare, in un minimo contesto di accoglienza, le detenute che devono scontare la pena avendo nel loro istituto anche i bambini. In particolare, a Lauro sono 9 le detenute donne con 10 figli, che trascorrono il tempo dietro le sbarre.
“È tempo di passare dalle parole ai fatti – dice Ciambriello – perché ogni volta che entro in questo istituto prendo atto che i minori che vivono con le proprie madri, in istituti a carcerazione assistita, sono minati nel loro benessere complessivo. Vengono infatti allevati bambini sempre più fragili e vulnerabili”. “Come è mai possibile – si è chiesto poi Ciambriello, accolto a Lauro dalla direttrice Concetta Felaco – che non ci sia altro modo che il carcere per far scontare un fine pena di appena due anni?”.
In Italia sono complessivamente 23 i figli reclusi al seguito di 21 mamme: “Manca un insieme dettagliato di norme e standard idonei a soddisfare le esigenze delle donne detenute; le specificità penitenziarie – osserva Samuele Ciambriello – richiedono attenzione su tanti livelli, compresi quelli organizzativi, formativi e strutturali. Sia chiaro, occorre una legge che dica chiaramente “mai più bambini in carcere”.
La giornata lauretana di Ciambriello s'è svolta in un clima di festa, con l'accoglienza della direzione e una serie di dialoghi del Garante con le detenute. Quindi un pranzo con la partecipazione delle detenute e dei bambini.
