AVELLINO – È proprio vero. Quello che non si è buttato via, sacrificandolo sull’altare della modernità, prima o poi ritorna utile anche se con un utilizzo diverso dall’ originario. Prendiamo la mezza sedia. Chi, come me, ha passato l’infanzia in vecchie case riscaldate con il braciere ricorderà questo importante complemento d’arredo. Il fatto che avesse i piedi di appoggio corti imponeva all’utilizzatore di sedervisi allungando le gambe e quindi di allontanarsi dalla brace. Si evitava così di sottrarre, con il proprio corpo, calore all’ambiente e di rendere più numeroso il crocco di chi vi si accomodava intorno, magari in attesa della patata messa a cuocere sotto la cenere.
Qualche utilizzo improprio lo si aveva per i grandi pranzi di Natale e per le seguenti tombolate o per far accomodare i vicini che venivano a vedere la televisione. Ovviamente “a mezza seggia”, come è bello chiamarla col nome proprio, toccava a chi contava di meno; al parente scemo, all’ospite indesiderato ma accolto per motivi di convenienza, all’ex fidanzato della zia zitella che, dopo aver fallito su tutti i fronti, tornava alla ricerca di un posticino caldo e sicuro, a chi arrivava per ultimo e pretendeva di accomodarsi al tavolo per giocare o per mangiare. Diciamo la verità. Ci si stava scomodi a meno che non fossi un nano, ma, comunque, stavi seduto.
Guardando le tavolate imbandite dai partiti per le prossime elezioni con i commensali già accomodati si notano subito quelli che stanno seduti sulla mezza sedia. Il campionario è vasto. Il pluritrombato che spera finalmente in una sistemazione, l’intruso che sgomita per arrivare al desco guardato con disprezzo dai commensali storici e che rivendica una sedia normale ed un buon posto per il semplice fatto che ha portato qualcosa da mangiare (leggi pacchetto di voti) e l’elenco potrebbe continuare. In definitiva, e ritornando alla mezza sedia, bisogna riconoscere che le elezioni prossime venture le hanno rese necessarie. Vedremo se la lunga permanenza in cantina o su in soffitta hanno compromesso la loro capacità di sopportare il peso, a volte veramente eccessivo, del nuovo occupante.
Quella che sicuramente ci riuscirà è quella che non è mai stata accantonata. Si racconta di un nostro conterraneo che ha fatto fortuna (politica) al Nord dove lo hanno fatto accomodare su poltrone belle comode: ebbene, la sua mezza sedia non l’ha mai abbandonata e ha fatto bene perché gli sta tornando comoda al nuovo tavolo dove si è accomodato e dove non lo aspettavano.