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    03/07/2024

La nuova stagione del trasformismo

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Politica-Editoriale_la_statua_di_carlo_ii_dasburgo_e_la_torre_dellorologio.jpgAVELLINO – Quasi trentaseimilioni di euro è il deficit, fatto salve ulteriori sorprese,  fin ora accertato che le maggioranze guidate dagli ex sindaci Giuseppe Galasso e Paolo Foti consegnano alle future generazioni di avellinesi. Il possibile dissesto è il degno epilogo dell'operazione canaglia che nel 2003, cinicamente, defenestrò Antonio Di Nunno e la sua squadra e che ora conduce la città nella più buia delle paludi. In questo contesto si stenta a credere che sfiduciare Ciampi sia la risoluzione del problema. In una provincia da sempre sensibile al richiamo del potere sono iniziate le prime manovre.

Un Nobel andrebbe assegnato all'on. Del Basso De Caro, specialista in sconfitte, ed ai suoi accoliti il cui candidato alla presidenza del Consiglio comunale di Avellino, campione di preferenze in una lista a sostegno di Nello Pizza, è dato in rotta di avvicinamento alla Lega di Salvini. Lo stesso discorso va fatto per il consigliere regionale Alaia che alla presidenza della Provincia sostiene il sindaco Biancardi contrapposto al candidato ufficiale del Pd Vignola.

Va ricordato che Alaia alla Regione appoggia, lealmente, Enzo De Luca del Partito democratico, quest'ultimo lo stima a tal punto da avergli agevolato i rapporti con l'Azienda ospedaliera Moscati. Non è un caso che della squadra del dinamico politico di Avella faccia parte anche la consigliera del capoluogo Adriana Percopo, folgorata dopo le elezioni sulla strada del sindaco pentastellato.

Non interessa in questa fase discettare sull'eterno cancro del trasformismo delle classi dirigenti, o presunte tali, del Mezzogiorno, ma piuttosto bisogna discutere della miopia del Pd campano, a tutti i livelli, che, nonostante le numerose batoste, non è stato in grado di darsi una linea né ha cercato di investire sul rinnovamento dei suoi quadri.

Pur di continuare ad esercitare  il potere residuale si è accettato ogni compromesso ed ipocrisia. Personaggi, nel periodo delle vacche grasse, collocati nel campo progressista, per convenienza o per convinzione si stanno spostando verso le forze politiche al governo del Paese.  Poteva mai mancare in tal frangente l'iniziativa del sempre verde Arturo Iannaccone che, sotto l'egida dell'on. Gianluca Cantalamessa, promuove il progetto Rete civica per l'Italia? Gli ex assessori in quota Pd Ugo Tomasone e Maria Elena Iaverone lo accompagneranno nella nuova avventura?

Ha destato stupore la comune adesione ad un convegno – peraltro poi rinviato per improrogabili impegni del leader leghista campano – a Pietrelcina sulle politiche per il Sud. E la Iaverone è proprio quell'ex assessore al Bilancio, possibile candidata a primo cittadino per il dopo Foti,  che alla vigilia delle ultime Amministrative sbandierava ai quattro venti il risanamento dei conti del Comune? A tal proposito, il commissario Tommasini docet.

O tempora, o mores! Marco Tullio Cicerone, volendo invitare alla coerenza soprattutto sul piano del comportamento e del pensiero, scrisse in maniera molto sofferta nelle sue lettere: Ubi non sis qui fueris, non est cur velis vivere.

 

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