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    03/07/2024

L’anniversario/Dall’amore per Avellino il sogno di Di Nunno

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Antonio Di Nunno e Aurelio MartinoAVELLINO – Un anno fa la scomparsa di Antonio Di Nunno, avvenuta nel primo pomeriggio di sabato 3 gennaio 2015. Domani mattina, alle 12.00, sarà celebrata, presso la chiesa di Costantinopoli di Corso Umberto I, una messa in suffragio officiata da don Emilio Carbone. Il prossimo 15 gennaio, poi, appuntamento presso l’ex carcere borbonico dove, alle 17.00, si svolgerà il convegno di urbanistica con Augusto Cagnardi e Vezio De Lucia.

Ospitiamo oggi un intervento di Aurelio Martino, giornalista e collaboratore delle pagine provinciali del Mattino di Caserta, che a Di Nunno era legato da una solida e sincera amicizia.

*  *  *

È trascorso un anno da quando Antonio ci ha lasciati. Un lungo anno in cui in ogni momento il pensiero è andato veloce, rinnovando ricordi sempre ricchi di suggerimenti per ogni occasione della vita quotidiana, suggerimenti frutto del suo non comune patrimonio umano e culturale. L’onestà, punto di forza e di partenza per ogni manifestazione della sua vita pubblica, privata e professionale, è stata sempre il filo conduttore di una esistenza illuminata da chiarezza di intenti e vigore operativo.

Chi scrive ha avuto l’onore di conoscerlo molto da vicino per quel rapporto magico che solo l’amicizia disinteressata può saldare per diversi anni. Oggi, più che mai, la sua voce è viva e in “certi momenti” diventa dominante come un sogno con alla base la concretezza di un “pensiero e azione”, traccia indelebile della storia della sua terra, della sua Avellino che sentiva ricca di risorse culturali, economiche e quindi sociali. E l’amore per la sua città, caparbio, appassionato e sanguigno, fu speso fino all’estremo, ma mai domato, mai esaurito, mai sconfitto.

Vale la pena riportare ciò che il giornale L’Irpinia il 17 gennaio 2015 scriveva su Antonio Di Nunno: “Il ricordo di questo piccolo-grande uomo – tutto nervi, intelligenza, vivacità, generosità, idealismo – non può esaurirsi solo nella rievocazione, inevitabilmente commossa e nostalgica, di quanti lo hanno conosciuto, stimato ed amato, ma richiede almeno un principio di storicizzazione della sua figura e della sua opera. Si tratta, infatti, non solo di un atto dovuto alla sua memoria, ma anche, in un certo senso, della “biografia” di una città e di una generazione, con i suoi successi, i suoi sogni…”.

Il tempo sarà l’unico giudice imparziale, al contrario di qualche politicante affetto da grave miopia, a valutare l’operato di un uomo colpevole solamente di essere stato onesto, sotto ogni aspetto.

 

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