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    03/07/2024

De Lucia: «L’urbanistica di Di Nunno per una città più verde e più bella»

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Vezio De LuciaAVELLINO – Sul convegno di urbanistica organizzato nello scorso mese di gennaio dal nostro giornale per ricordare la figura di Antonio Di Nunno, il sindaco-giornalista scomparso il 3 gennaio del 2015, ospitiamo un intervento dell’urbanista Vezio De Lucia che è stato uno dei relatori.

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Queste righe sono solo un ringraziamento per l’affettuosa e francamente inattesa ospitalità con la quale sono stato accolto il 15 gennaio scorso in occasione della manifestazione in ricordo di Antonio Di Nunno, sindaco indimenticato, straordinariamente sensibile e attento soprattutto alla politica del territorio. Il ringraziamento va in primo luogo a questo giornale, a «L’Irpinia», che ha organizzato la manifestazione, al suo direttore Carlo Silvestri, ad Antonio Gengaro e Generoso Picone – già assessori del sindaco Di Nunno – che hanno animato il dibattito. Ringrazio il sindaco Paolo Foti e l’assessore Ugo Tomasone, ringrazio la signora D’Onofrio che mi ha onorato consegnandomi il premio in memoria di Franco, dolorosamente e immaturamente scomparso. E ancora, e con sincera amicizia, ringrazio Michele Candela che mi tiene legato a queste terre, alla Campania interna e ai temi del Mezzogiorno. Ringrazio infine il folto e attento pubblico che ha riempito la bella sala dell’ex carcere borbonico. La presenza di tante persone attente e partecipi – anche un importante e apprezzato ex presidente del Consiglio come Ciriaco De Mita – mi pare che meriti un piccolo commento. È stata infatti, secondo me, una manifestazione in controtendenza con il clima, ahimè, prevalente nel nostro Paese, di disinteresse per la materia urbanistica. È questo, senza enfasi, un bel segnale che Avellino trasmette alla Campania e all’Italia.

Antonio Di Nunno l’ho conosciuto solo recentemente, quando sono stato ad Avellino per ricordare Fiorentino Sullo, e parlammo a lungo, in immediata sintonia, del vostro conterraneo e sfortunato ministro dei Lavori pubblici che agli albori del primo – e insuperato – centrosinistra, aveva immaginato un’Italia diversa, socialmente più giusta, sottratta agli “energumeni del cemento armato”, e perciò anche più bella e più felice. L’urbanistica Di Nunno la viveva con passione e con competenza. Convinto come sono che l’urbanistica sia una faccia della politica, sono quindi convinto che il primo urbanista di una città debba essere il suo sindaco. E credo che nessuno possa mettere in discussione che Di Nunno sia stato davvero, e ottimamente, sindaco e urbanista di Avellino. Senza togliere alcun merito a Vittorio Gregotti e ad Augusto Cagnardi che proprio Di Nunno ha chiamato a occuparsi del futuro della città. Mi dispiace non aver incontrato Augusto, con il quale abbiamo lavorato insieme alla ricostruzione di Napoli dopo il terremoto del 1980. Spero che ci sia presto un’altra occasione e, perché no, ad Avellino.

Infine, brevemente, non posso sottrarmi a poche e brevi notazioni sulle questioni urbanistiche di Avellino, a cominciare dall’apprezzamento per l’impegno del sindaco e dell’assessore perché non un centimetro di suolo debba essere sprecato. Un impegno che mi è parso sincero e non l’adesione a una retorica di moda, mentre ben poche amministrazioni seguono l’esempio della regione Toscana e dei pochissimi comuni (fra i quali Napoli, non lo dimentichiamo) che hanno davvero bloccato il consumo del suolo. Credo soprattutto che molto lucido sia stato l’intervento di Antonio Gengaro, mi riferisco alla sua proposta di “variante di salvaguardia”, opzione che ritengo decisiva, alla quale ho anche fatto ricorso da amministratore di Napoli. Il punto è che l’“Avellino verde” di Antonio di Nunno, il parco del Fenestrelle e gli altri spazi verdi del piano regolatore non possono essere vissuti come sogni di una stagione irripetibile ma vadano avviati a realizzazione con atti concreti dell’amministrazione comunale.

 

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