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    03/07/2024

Primarie, l’araba fenice del Pd

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Politica_partito_democratico_simbolo.jpgAVELLINO – In una città che non ha più alcun ruolo né a livello provinciale (corridoio ottavo e progetto pilota spostano l'asse dello sviluppo verso la Valle Ufita e l'Alta Irpinia) né regionale (ancora non parte l'elettrificazione delle tratte per Salerno e Benevento ed è una beffa il treno che per raggiungere Napoli ci impiega più di un'ora), e nella quale non si intravedono strategie per il futuro, dalla sanità, alla ricerca, alle attività produttive -  non parliamo poi delle politiche nazionali che, come tutte le statistiche dimostrano, non contemplano azioni per il Mezzogiorno - l'unico argomento di cui, recentemente, si parla sono le primarie per selezionare il futuro sindaco di Avellino.

Come l'araba fenice, dopo essere state annullate la volta scorsa per imporre Foti, dovrebbero risorgere dalle loro ceneri per risolvere tutti i problemi di una classe dirigente indegna di tal nome. Non è un caso se gli ex senatori  Enzo De Luca e Nicola Mancino, dopo averle osteggiate in passato non avendo la certezza che il loro candidato, l'attuale sindaco della città, le avrebbe superate, oggi, senza nessuna autocritica, siano nettamente schierati pro primarie. Il primo lo fa anche strumentalmente perché la competizione all'americana, se estesa a tutti i livelli, è l'unico modo che avrebbe, dopo la beffa delle scorse Politiche nelle quali fu primo in Irpinia nelle primarie ma il seggio senatoriale non scattò perché in Campania vinse il centrodestra, per ricandidarsi; il secondo, seppur in crisi di leadership, in alleanza con il suo avvocato, il sottosegretario Del Basso De Caro, potrebbe favorire un candidato gradito per poter rimettere le mani ancora di più sulla sua città, per capirci quella da bere degli anni Ottanta, con gli scempi del post sisma e il Mercatone.

Tra i protagonisti di questa delicata partita, sicuramente, ci sarà l'on. D'Agostino già regista della candidatura Foti alle scorse Amministrative, determinante a tal punto che, nonostante non sempre abbia avuto consiglieri in maggioranza, ha sempre disposto di un assessore in giunta: ciò malgrado i notevoli conflitti di interesse nel capoluogo, dall'informazione alle opere pubbliche, dall'urbanistica al metano. Il Berlusconi in salsa avellinese, con la sua potenza economica, sarà determinante per la conquista del potere nel Partito democratico e nella città.

Una volta  quando i partiti erano una cosa seria prima si delineava il programma, poi si definiva il quadro di alleanze ed infine si selezionavano i candidati, anche con le primarie. Quale urbanistica, quali politiche sociali e culturali, come si riorganizza la macchina comunale e si mettono in sicurezza i conti, quale manutenzione e pulizia per la comunità? Si ricompone il centrosinistra, si rifà l'Ulivo o il Pd pensa di essere autoreferenziale e ripropone lo squallore di questi ultimi anni in Piazza del Popolo?

Si rinnova la classe dirigente cittadina ponendo come per i sindaci il limite dei due mandati per cui può essere ricandidato solo chi ha alle spalle una sola consiliatura. E se la ricandidatura di Foti, unico per statuto a non dover ripassare per le primarie, fosse l'uovo di Colombo? Piazza Libertà, l'avvio della bonifica dell'Isochimica, l'esproprio della Dogana sono comunque dei risultati dell'amministrazione uscente. Vuoi vedere che così come le tre sorelle di Cechov invocavano  Mosca, sapendo di non poterla mai raggiungere, al contrario Foti, De Luca, Mancino invocano le primarie sperando che nella conflittualità il sindaco uscente, in virtù del rango, la spunterà?

*Sinistra Dem

 

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