ROMA – A preannunciarlo ci piace immaginare possa essere stato quel gabbiano, inquadrato dalle televisioni di tutto il mondo, che si è a lungo riposato sul comignolo di Piazza San Pietro da cui, come è noto, fuoriesce il fumo segnalatore dell’avvenuta elezione. Proviene d’oltre oceano il primo Papa non europeo della Chiesa, Jorge Mario Bergoglio, 77 anni, gesuita, arcivescovo di Buenos Aires, con origini piemontesi, che ha assunto il nome di Francesco. Un Papa «rivoluzionario» per tre immediati motivi: è il primo Papa non europeo, è il primo Papa gesuita, è il primo Papa della storia che si chiama Francesco, in onore del poverello d’Assisi, il primo e forse unico vero «rivoluzionario» nella storia della Chiesa. Un gesuita che prende il nome di un francescano. Un evento eccezionale e nel contempo di uno spessore dottrinale straordinario su cui sentiremo a lungo dibattere nei prossimi giorni.
Di grosso impatto le sue prime parole rivolte all’immensa folla assiepata all’interno del colonnato di Piazza San Pietro: «Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma; sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio per l'accoglienza della comunità diocesana di Roma al suo vescovo. Vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo insieme per lui perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca». Subito dopo ancora un fatto eccezionale: invece di benedire lui i fedeli, ha chiesto ai fedeli di benedirlo per la missione che stava per intraprendere: «Prima della benedizione vi chiedo un favore, prima che il vescovo benedica il popolo, voi pregate chiedendo la benedizione per il suo vescovo, una preghiera di voi su di me». Il programma del nuovo Papa? E' tutto scritto nel nome: fratellanza, fratellanza, fratellanza "cum tucte le creature" nel segno della pace. Auguri Papa Francesco, auguri di buon lavoro.
