AVELLINO – Ospitiamo un intervento di Aldo D’Andrea, responsabile provinciale di Unione Popolare.
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La Valle Caudina, in San Martino, incontrerà Luigi de Magistris il 22 dicembre prossimo. Saranno con lui Francesco Navarra e Giulia Pedoto, candidati alle ultime elezioni, rispettivamente, alla Camera e al Senato, Tommaso Bello, Mattia Parrella, direttore artistico “Opulentia”, il primo, e attore e responsabile teatrale “de l’altra faccia”, il secondo, con la regia di Gianfranco Marchese.
L’occasione si è data per la presentazione del suo libro “Fuori dal sistema” nel quale, di fatto, i tanti che l’hanno letto hanno colto la coerenza del percorso politico-istituzionale dell’autore che, pur tra ostacoli spesso artatamente frapposti, non ha mai deflesso dal proficuo attivismo amministrativo in una Napoli che sa essere tanta bella quanto insidiosa e spietata.
Di sicuro, anche in quella occasione vi sanno robusti richiami alla affollata assemblea romana di Unione Popolare, tenutasi ieri, domenica 4 dicembre, a Roma, nella quale, come imprescindibile premessa, ci si è voluto ergere a rispettosi difensori e della nostra Carta costituzionale - che, come ben spiegato dal Calamandrei, trasuda delle speranze di quegli uomini che scelsero di sacrificarsi “sulle montagne” al fine di ridare dignità e libertà ad un popolo massacrato - e assicurare futuro di civiltà ad un Paese trasformato in macerie.
In quella assemblea romana, paura e coraggio sono stati costanti compagni di opposte emozioni; la dimensione enorme di voler scalare l’asperità della esigenza storica della democrazia rappresentativa, che è l’opposizione volta a dare forza, volto, incisività al mondo di abbandonati, di invisibili, di lavoratori perseguitati dalla indifferenza e, nel contempo, la decisione a mostrarsi irremovibili nell’interdire la inusuale moderna aspirazione di tutte forze politiche più rappresentative ad omologarsi al pensiero neoliberale e neoconservatore, in antitesi della politica sociale della Chiesa e del pensiero socialista, sono serio baluardo programmatico della politica di Unione Popolare.
Apprendere, finalmente, che dovrà contrastarsi fermamente “l’autonomia regionale”, che è attacco furioso alla unità d’Italia con il mantenimento di un Sud in posizione subalterna e coloniale, fa bene all’anima. Al contrario fa male al cuore osservare che le altre forze politiche, Pd compreso, sono pronte a “discutere” delle insulsaggini di quel Calderoli autore del porcellum.
Sia chiaro, e non solo ai meridionali: questa mascalzonata becera “leghista” suona offesa per la memoria dei ragazzi del ‘99 che trovarono la maledetta “bella” morte sulle montagne del Carso. È un oltraggio, questo, partorito da omuncoli piccoli di menti e di spirito, associati ad altri di pari miserevolezza ma gaudenti sotto altre bandiere.
Nella denuncia, il disprezzo. Nella lotta, il coraggio. Unione Popolare è contro questa scelleratezza, sola e tetragona nella difesa, anche oltre la paura di essere battuta sulla giusta causa, se non passerà il richiamo alla sensibilizzazione e al sostegno ampio. Non si deflette.
Coraggio è stato ancora il sentire urlato che per l’abolizione di questo “porcellum rosato”, sistema elettorale vergognoso e rivoltante, dovrà farsi ricorso ad un referendum popolare, visto che tutti i partiti, dicesi tutti, al di là di parole vuote come la testa di tanti loro esponenti di primo piano, godono nell’applicarlo, potendo imporre al popolo, ex sovrano, parlamentari “profilati”, scelti e confezionati sulla propria taglia, con accluso ricatto alla eventuale loro perdita di privilegi, se in procinto di capotiche sgradite autonome franchezze.
Ma buon ultimissimo sconcio “parlamentar-governativo”, a ignominia suprema, è il “cadeau” di oltre 5000 euro di regalie per Natale che si sono elargiti, “gli odorosi eletti”, appena avantieri; per ognuno di loro e famigli, si è al sold out, 400 sedie acconce per insaziabili cavalieri dell’ordine della Tavola imbandita.
Vergogna, ancora vergogna, per gente che da una parte toglie a disperati, leggasi reddito di cittadinanza, e dall’altra si concede regali e prebende. Ad libitum. Roba da romanzo: leggendario è l’appetito dei munifici Robin Hood alla rovescia.
In Avellino e in Irpinia non mancherà la presenza e l’azione politica di Unione Popolare; occorrerà anche qui lavorare con coraggio nella difesa di bisogni e di fragilità, già fin troppo rappresentate.
In Irpinia, i servizi languono; ne è esempio l’assistenza sanitaria, che sconta le privazioni e le sottrazioni subite costantemente nel corso degli ultimi decenni.
È antica terra dell’osso, l’Irpinia, mai rimpolpata sufficientemente; si è ripiombati nella umiliazione delle lunghe file ai refettori solidali e ai dormitori di fortuna, con il tasso di disoccupazione in aumento e la emigrazione di giovani, forti nelle braccia e puliti nella mente. Abbandonano la provincia per terre di lavoro e spesso di sfruttamento; energie positive in fuga. Occorre nuovo vigore e ferrea determinazione nel volersi battere per contrastare la desertificazione dei nostri territori.
Coraggio, Unione Popolare ci sarà.