AVELLINO – L'occhio sulla città ritorna nella sua canonica collocazione del sabato concedendosi ancora alcune considerazioni sul dopo voto.
Le elezioni regionali, che da poco sono alle spalle, hanno lasciato scolpito un dato incontrovertibile ed impietoso: il vero vincitore della contesa, è stato, purtroppo, il "partito dell'astensione". Gli italiani, insomma, hanno, ancora una volta, deciso di non decidere, hanno scelto di non scegliere, preferendo ad un'opportunità di reale partecipazione al cambiamento il permanere dello status quo.
A tal proposito deve indurre a riflessione il fatto che proprio Avellino si è distinta per aver portato alle urne il più basso numero di cittadini elettori. Per tutto questo, occorre che la politica cominci a ritrovare se stessa attraverso un profondo e meticoloso lavoro introspettivo che le consenta di tornare ad essere attrattiva agli occhi del cittadino, facendosi carico di non permettere all'astensione di trasformarsi irreversibilmente in rassegnazione.
Come riuscirci? Procedendo a scelte massimamente condivise e non frutto di accordi affrettati, addirittura "last minute", che finiscono col risultare poco comprensibili per larga parte dell'elettorato. La Campania però, a nostro avviso, può aver ritrovato motivi per essere soddisfatta, nonostante tutto: l'affermazione elettorale di Vincenzo De Luca, infatti, ha rappresentato la vittoria di un modello, il “modello Salerno”, la cui efficacia è ormai ampiamente riconosciuta. Di questa scelta, non netta certo, ma sicuramente forte, potrà beneficiare anche la nostra Irpinia e, perché no, pure la nostra città.
Si potrà sperare in una proficua e sempre maggiore sinergia tra la Regione e le numerose realtà locali, che porti a festeggiare il ritorno di una Regione Campania a vocazione sempre più inclusiva abbandonando, finalmente, quella condizione di esclusività, in senso napolicentrico, che l'ha contraddistinta in questi anni.
È per tutti questi motivi, presidente De Luca, che, accompagnati dalla forza del dubbio ma anche e soprattutto, lo ripetiamo, dall'umiltà dell'intelligenza, ci sentiamo di augurarle buon lavoro.