AVELLINO – Questa settimana il nostro occhio guarda alla consultazione referendaria svoltasi la scorsa domenica. La scarsa percentuale di cittadini elettori recatasi alle urne anche nella nostra città ci aiuterà a spiegare perché riteniamo si sia trattato di un flop annunciato.
Fermo restando che il voto è sempre un esercizio di democrazia e, dunque, chi vota non sbaglia mai, fermo restando che il voto di astensione esprime comunque una legittima quanto rispettabile posizione ma che il buon senso avrebbe dovuto consigliare la consegna del silenzio ad uomini delle istituzioni verso qualunque indirizzo di voto, quello della scorsa domenica, è un referendum "sbagliato" . Ci si è trovati di fronte, infatti, ad un quesito intriso di tecnicismi, la cui complessità interpretativa ha contribuito a non smuovere le masse verso le urne. Si è trattato di un referendum chiaramente e volutamente "depotenziato", con un'unica conseguenza possibile: essere risultato un flop annunciato.
Non va nemmeno dimenticato, a proposito, il fattivo impegno del governo ad accogliere le richieste di molti presidenti di Regione, recependo nella legge di Stabilità cinque dei sei quesiti inizialmente previsti. È per questo che sentiamo di poter affermare che questo è stato un referendum senza vincitori né vinti: non hanno vinto oggettivamente i referendari, che non hanno potuto o voluto impegnarsi in un'adeguata campagna elettorale, non ha vinto chi ha tentato di trasformare la consultazione referendaria in un plebiscito contro il presidente Renzi, perché i cittadini hanno capito di non avere, ad oggi, un'alternativa credibile a questo governo e, lasciatecelo dire, non ha vinto neanche chi, incappando in uno sconveniente scivolone antidemocratico, ha invitato pubblicamente all'astensione.
C'è chi, a quasi una settimana dalla consultazione referendaria, si rammarica e afferma: "Si poteva fare di più". Ebbene, l'unica maniera per sperare in un possibile maggior successo del referendum, a nostro avviso, sarebbe potuta essere l'accorpamento dello stesso con le elezioni amministrative del prossimo giugno o con il referendum costituzionale di ottobre. Questo, va da sé, avrebbe anche garantito un notevole risparmio per le già tanto sofferenti casse dello Stato.
Invitiamo dunque chi di dovere a rifletterci, nella certezza e nella consapevolezza che sicuramente "si farà meglio la prossima volta".