AVELLINO – Repetita iuvant, forse chissà! Ricordate i pannelli a messaggio variabile, già peraltro oggetto di un nostro occhio, il trentuno gennaio 2015? Sperimentati e adottati dall'amministrazione Galasso, ci pare di ricordare per un'idea dell'allora assessore alla Cultura Salvatore Biazzo, oggi rappresentano importante eredità per la giunta guidata dal sindaco Foti.
I pannelli, infatti, forniscono ad automobilisti e non le prime importanti indicazioni per un sicuro e "corretto" ingresso in città: farmacie di turno, condizioni meteo, strade interrotte o chiuse per lavori ed eventuali percorsi alternativi. Lodevole iniziativa se non fosse che, pur apprezzandone l'attivazione, nutriamo una qualche perplessità sull'efficienza del loro funzionamento. Pertanto, certi che si saprà, nel breve, porre rimedio ad eventuali anomalie e visto il giusto permanere del divieto all'affissione selvaggia, chiediamo e ci chiediamo: perché non provvedere ad estenderne l'installazione anche ad altre zone della città, magari ad alta densità pedonale come, ad esempio, il centro cittadino?
Nell'occasione si potrebbe anche immaginare di ricorrere all'utilizzo di un pannello di più ampie dimensioni, perché no anche a colori, da collocare in spazi a basso impatto ambientale come potrebbe essere la parete del palazzo che dalla villa comunale inizia il viale dei Platani ora occupata da cartelloni pubblicitari (o altri se ritenuti più idonei). Una scelta in tal senso, vedrebbe garantita una più completa informazione sia su episodi occasionali e contingenti sia su eventi in programmazione: mostre, spettacoli teatrali, incontri e quant'altro, di cui molto spesso apprendiamo con irreparabile ritardo, quando ormai si sono già celebrati, proprio per negligenza nelle informazioni.
Non saranno certo energie e risorse economiche a pregiudicarne la realizzazione ma la volontà e l'impegno a voler dare slancio ad un reale processo d'integrazione tra la realtà cittadina e i cittadini. Solo così potremo restituire ad Avellino una tangibile ed armonica funzionalità, sentendola finalmente veramente nostra: perché la città è solo e soltanto di chi la ama.