AVELLINO – A distanza di circa un anno l'occhio sulla città questa settimana torna a focalizzare la sua attenzione su un ennesimo mistero buffo della nostra città: ricordate il centro per l'autismo di "Valle"? Ebbene, a lavori quasi ultimati, il cantiere risulta inspiegabilmente fermo, vittima dell'incuria, del degrado e bersaglio incontrollato dei soliti teppistelli d'occasione.
È utile sottolineare, a proposito, che la Regione Campania ha ormai da tempo sbloccato i fondi per il completamento della struttura, che al caso hanno mostrato interesse la procura della Repubblica del capoluogo e che, ci pare di ricordare, una rapida e felice soluzione per la vicenda sia stata, di recente sollecitata addirittura dalla Santa Sede. Allora la domanda è ancora una volta: perché? È solo colpa delle infinite lungaggini della macchina burocratica o cos'altro?
Ora basta! È l'ora della verità, è finito il tempo degli sterili rimpalli di responsabilità: i tanti ragazzi autistici che aspettano di poter usufruire del centro e le loro famiglie, hanno bisogno di risposte chiare nette ed immediate sui tempi di consegna. Soprattutto se si tiene conto che è stato giudicato da chi ha potuto visitarlo "un gioiello" in termini di efficienza e garanzia per il "dopo di noi": cioè la certezza di futuro e di autonomia, per quanto possibile per i giovani pazienti ospitati.
Completarlo e renderlo finalmente massimamente efficiente e fruibile potrà essere motivo di vanto e di lustro per la città, certo; ma anche, ne siamo sicuri, per l'intero territorio provinciale e regionale.
Impegniamoci tutti, dunque, a far sì che il centro non continui ad essere solo una chimera perché, in fondo, sono proprio questi particolari a designare il grado di civiltà e di inclusività di una comunità.
Noi con l'ottimismo che ci contraddistingue attendiamo con fiducia, pronti a tornare su queste pagine per raccontare quanto, anche grazie agli imminenti quanto imprevedibili sviluppi giudiziari connessi alla vicenda, di certo accadrà.
Potrà apparirvi a volte monotono il ritrovare sollecitate problematiche già ampiamente trattate ma di certo più monotoni risultano essere coloro che ci costringono a farlo.