AVELLINO – Terminata la parentesi di sguardi elettorali, il nostro occhio questa settimana guarda al buon cibo del territorio che non smette di farsi strada: come già lo scorso anno, infatti, nel weekend che ci siamo appena lasciati alle spalle, ad aprire l’estate avellinese anche per il 2018 ha pensato “Irpinia strEaet mood”, la manifestazione che, per tre giorni, ha trasformato il “salotto buono” della città nel più grande laboratorio di cucina gourmet a vista. A succedersi, in una sfida ideale chef provenienti dal capoluogo e dall’intera provincia.
Ognuno nelle tre serate, com’è ovvio, ha voluto coccolare i palati del numeroso pubblico presente, cimentandosi con creazioni cucinate a regola d’arte che, con naturale quanto necessario rigore eleggessero a materia prima, prodotti del territorio. Non trascurabile neppure il cospicuo numero di aziende vinicole e birrifici artigianali presenti. Nonostante la pur fisiologica necessità di selezione delle eccellenze agli stand lungo Corso Vittorio Emanuele, quelle presenti si son rivelate tutte di ottimo livello,
La manifestazione è stata più di un semplice evento, si è proposta infatti, anche come una grande occasione per lanciare importanti messaggi ad una comunità forse ancora troppo spesso inconsapevole delle bellezze e dei valori di cui si trova ad essere custode. Cibo e turismo enogastronomico, dunque, incentivo alla scoperta o riscoperta di luoghi incantati ed altre nostre meraviglie.
Una volta tanto nessuna polemica: per giudizio unanime, infatti, indiscutibili il successo di pubblico quanto la riuscita della kermesse. Un plauso perciò ad un altrettanto inappuntabile organizzazione che, oltre ad aver disposto gli stand con maggior razionalità di spazi rispetto allo scorso anno, operando una divisione per aree di interesse, è riuscita a garantire condizioni ideali, sia nel lavoro degli operatori di settore, sia nella fruibilità e nella ricerca delle “postazioni” per i singoli astanti.
In fondo, sono proprio gli errori e le superficialità del passato a forgiare per migliorare e così non perseverare nel futuro: la costante cura e manutenzione che in questa edizione si è garantita agli spazi ad ai luoghi che hanno ospitato la tre giorni ne offre tangibile riscontro.
Cosa dire di più, ad maiora semper! Ora, aspettando l’edizione 2019, confidando anche nell’auspicabile sostegno della nuova amministrazione comunale cittadina, il nostro occhi, anche il prossimo anno, sarà pronto ad osservare e registrare quanto accadrà. È proprio attraverso la tutela ed il preservare occasioni di massimo coinvolgimento attivo come questa che una collettività riscopre il suo essere comunità.