AVELLINO – Le nostre strade, le nostre piazze sono ancora preda di un silenzio assordante, di un vuoto desolante, non può essere altrimenti e dunque ancora nessuno sguardo di novità può giungere dal nostro occhio se non qualche consiglio per dare valore a questo nostro tempo di quarantena.
Già qualche settimana fa abbiamo “ringraziato” il nemico invisibile venuto dall’oriente perché ci ha offerto l’occasione di provare a rafforzare la nostra geografia degli affetti. Questo potrà essere anche il momento per farci rapire dall’odore, dal fruscio delle pagine di un buon libro e dai mondi che esso dischiude: così da liberarsi da pensieri negativi, nefasti, e sorridere comunque sempre alla vita e “aspettare, senza avere paura, domani”.
Per chi, invece, vuole rimanere con i piedi ben piantati a terra, ci potrà essere la nostra rubrica: entrata nel suo sesto anno di vita, ora anche, in parte, raccolta in un volume, l’occhio sulla città nasce dalla volontà di offrire a voi lettori de “L’Irpinia” un antidoto all’assuefazione ed allo status quo ma anche e soprattutto dall’amore per la nostra città. E proprio questa raccolta di sguardi rapidi diretti e snelli che, oltre a raccontare e a far riflettere su quelle piccole grandi cose di cui Avellino ha bisogno, potrà esservi di compagnia in questi giorni di triste “clausura” ed essere d’aiuto, nel tentativo, pur in parte fruttuoso, di migliorare la fruibilità e la vivibilità del capoluogo e, nel contempo, un invito a tutti ad essere più di quello che si è ora.
Non sarà difficile accorgersi che, a fronte del pur cospicuo numero di articoli raccolti nel libro (150] e quelli pubblicati on-line, ad oggi un totale di 249, ahi noi il numero dei grazie che abbiamo avuto occasione di “ricambiare” per quanto accaduto risulta ancora minore rispetto ai “vedremo” per quanto dovrà ancora accadere. Ma tant’è. Ci piace continuare a coltivare la speranza che anche grazie a noi , a questo nostro lavoro di sguardi settimanali, qualcosa possa cambiare davvero. Perché guardando l’orizzonte l’occhio vede il futuro, quella linea sempre valicabile che non ha bisogno di passaporti ma solo di una bella dose di ottimismo. Buona lettura!
Infine, un altro augurio che vuol essere anche un auspicio: si evitino dichiarazioni quantomeno squallide, come di recente ascoltato e letto da organi di stampa, in riferimento a quanto sostenuto da un consigliere regionale d’opposizione e persino da un deputato nazionale di maggioranza, mentre il nostro sindaco approfitti di questo tempo per meditare e ritrovare concretezze, nell’esclusivo interesse della città e a tutela e salvaguardia del bene comune.
Noi, quando tutto sarà finito, sapremo riscoprire il valore del confronto, del rapporto umano e i nostri abbracci, le nostre strette di mano, saranno ancor più cariche di significato e d’affetto.