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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Un opaco sole d’estate

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Rubriche-LaLettera_pia_libert.jpgAVELLINO – Abbiamo vissuto ed ancora viviamo un tempo sospeso in cui lo spazio delle parole è  doverosamente limitato a riflessioni e pensieri essenziali. Viviamo in un tempo in cui abbiamo ridefinito il concetto di eroe, le mascherine sono diventate le nostre “divise”, l’ufficio e la scuola si sono trasferiti nel salotto di casa. Un tempo in cui siamo dovuti diventare “rivoluzionari della tenerezza”. Abbiamo vissuto e ancora viviamo un tempo in cui, impauriti, ci chiediamo cosa sarà del nostro futuro. Siamo stati impotenti di fronte a sequenze di immane tristezza e dolore che hanno in larga misura e certamente modulato diversamente le nostre esistenze, le nostre relazioni, le nostre abitudini. È certamente mutato il modo di guardare la realtà, l’ordine delle priorità e delle responsabilità.

Dire che d’ora in avanti non sarà più come prima rischia di diventare solo la ripetizione cantilenante di un luogo comune, invece  dovremmo impegnarci affinché non sia così, pensare che davvero tutto possa presto tornare com’era o comunque consegnarci un positivo futuro: solo coltivando convinti questa speranza, potremmo non avere un opaco sole d’estate.

Certo, fare memoria di questo tempo sarà  tanto utile quanto necessario per riflettere sugli  eventuali errori commessi e dunque da  discutere, commentare. Certo, la strada della ripartenza è stretta, in salita e va percorsa con senso di responsabilità, tenacia, spirito di sacrificio e determinazione. Tanto il nostro governo nazionale quanto quello regionale sta profondendo ogni sforzo in tal senso.

In Campania, ad esempio, qualcosa si muove con una grande offerta culturale: dalla vicina Salerno, dal 18 al 25 luglio, riparte il “Salerno Letteratura Festival”, sette giorni di presentazioni di libri, incontri  con autori e a tema, arte e musica. Proseguendo, passiamo per  altre splendide location monumentali tra Napoli - con il”Napoli Teatro Festival“ dal 1 al 31 luglio - Portici, Caserta, Castellammare, Ercolano, il museo-stazione di Pietrarsa e Benevento, ville, regge, giardini nobiliari e dimore borboniche, declinandosi tra storie di santi, poeti e navigatori. Quarantacinque testi teatrali saranno messi in scena da circa 60 attori.

A quanto si apprende molte delle iniziative appena citate, oltre ad essere in larga parte sostenute  dal governo regionale, hanno tra i coordinatori artistici proprio quel Giulio Baffi che, scelto come consulente dal sindaco Festa, avrebbe dovuto rappresentare il vero salto di qualità per la cultura dalla città capoluogo. Ed invece un’altra estate è arrivata e Avellino si guarda intorno e vede il nulla: i programmi per chi resta in città sono ancora vaghi, indefiniti o lunghi lo spazio di una sera.

I giovani, a caccia di normalità, tornano a vagare senza meta alla ricerca di spazi aggregativi, nei fatti, inesistenti, sono fermi davanti ai bar prigionieri dei loro smartphone o di un vociare quasi irreale che impedisce anche il più elementare scambio di sguardi e di parole.

Saremmo tentati di consigliare loro di spostarsi altrove, in fondo di opportunità ce ne sono. Noi, però, vorremmo che a tornare  inclusiva e attrattiva sia la nostra Avellino. Non abbiamo neanche la pretesa che ad aggregazione, ad inclusione, ad attrazione dovessero ad ogni costo corrispondere iniziative culturali ma riteniamo che, alla luce del complesso di tutto quanto appena affermato, possa essere un buon esempio da seguire.

Anche in considerazione del fatto che il sindaco Festa, all’atto del suo insediamento, ha preferito mantenere per sé proprio la delega alla cultura. È lecito chiedersi: che fine ha fatto la collaborazione col Teatro publico campano che dovrebbe gestire anche il cartellone del Teatro Gesualdo? E le iniziative a Villa Amendola?  E il Laceno d’Oro all’ex Eliseo?

Non possiamo credere che tutto cominci e finisca con il Ferragosto avellinese con il rischio che tutto si perda nell’odore acre della polvere pirica e nel bagliore sbiadito dei soliti fuochi d’artificio o solo della solita luminaria o dello sconsolato cantante di turno. Comunque, non possiamo che delegare il sindaco e la sua giunta all’impegno di immaginare un coinvolgimento diretto dei giovani della nostra città evitando che vengano aduggiati.

È arrivata l’estate, è arrivato il caldo e con esso la necessità di staccare un po’ la spina: seguirà perciò un periodo in cui di certo vi sentirete un po’ più soli, ma torneremo presto. Appuntamento a sabato primo agosto, con la speranza di potevi raccontare di una nuova e chiara estate anche per la nostra città.

 

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