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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Un vescovo sindaco? Mai dire mai!

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Il sindaco Antonio Di Nunno a Parco PalatucciAVELLINO – Avellino è sempre più al centro di un particolare gioco dell’oca, un passo avanti e due indietro: neanche il tempo di plaudire all’inaugurazione delle rinnovate sale del cine-teatro Partenio di via Verdi che ci tocca un elogio della lentezza per gli intoppi, l’incuria ed il degrado di cui sono ostaggio alcuni palazzi, strutture e progetti per la città.

Pensiamo, ad esempio, alla Casina del principe, che al suo interno custodisce uno “scrigno” sconosciuto ai più: “l’ipogeo”, un sotterraneo adibito a luogo di culto, probabilmente anche antecedente alla stessa realizzazione della casina di caccia voluta dai Caracciolo, edificata nel 1591.

Uno dei tanti gioielli di cui la città è inspiegabilmente tenuta allo scuro, abbandonato, ostaggio di degrado e intemperie.

Non va meglio alla Casa della Cultura Victor Hugo: il palazzo, costruito nel 1810, cade a pezzi, vittima di incuria, degrado ed un abbandono quasi rassegnato. Per non parlare delle zone “riservate” del palazzo, vittima di smodati accessi senza controllo di vandali pronti a scaricare le loro più becere frustrazioni, e delle pareti esterne che, vittima dei soliti writers d’occasione, consegnano l’immagine dello scempio. In questa sia pur breve rassegna di sguardi non fa eccezione l’ex Eliseo, recente vittima di un ennesimo atto vandalico.

Non va dimenticata nemmeno la mole di volumi, parte della biblioteca personale dì Camillo Marino che si pensava ben custodita ma che, nei fatti, è abbandonata nelle sale interne di quella che, speriamo in un tempo non troppo lontano, sarà la nostra “casa del cinema”, dedicata proprio al ricordo di Camillo Marino e Giacomo d’Onofrio. Volumi   di assoluto pregio e  valore inestimabile,  ripetutamente “violati” dalla sconsiderata mano di piccoli uomini e che giacciono umidi, impolverati e dimenticati dall’incuria e da un beffardo immobilismo: semplicemente indecente!

Dove è finita la “Fondazione a partecipazione per la cultura” a maggioranza comunale che dovrà occuparsi del futuro delle diverse strutture  della città? Abbiamo bisogno di risposte chiare, nette e soprattutto definitive. Liberateci da questo “bradipismo amministrativo”, che rischia di vanificare  i pur tangibili sforzi delle tante volenterose associazioni irpine, impegnate nel collaborare ad imprimere quel definitivo slancio alla politica culturale della città.

Solo qualche stimolo d’attenzione in un quadro di imbarazzato disorientamento, a tratti anche  snervante.

*  *  *

A contrappunto di tutto quanto appena affermato c’è l’attivismo e il dinamismo del nostro vescovo: in principio furono le aiuole di Piazza Libertà, con particolare attenzione a quella nei pressi del Palazzo vescovile, poi toccò al “Polo Giovani” ed ora...C’è solo da stropicciarsi gli occhi passando davanti al limitrofo “Parco della pace Giovanni Palatucci”.

Del recupero del parco e dell’intera zona si discuteva già da almeno un anno. Il vescovo, stanco delle bibliche attese della burocrazia, ha deciso di fare da sé compiendo l’ennesimo miracolo. Un grande spazio verde in cui non poteva mancare il suo tocco: tanto verde con fiori e piante scelti direttamente ed in prima persona, rinnovati impianti sportivi, con campi da calcio e calcetto, tribune rimesse a lucido e una nuova pista di pattinaggio ormai quasi completa.

Nelle intenzioni del vescovo e della diocesi, dunque, c’è la volontà di organizzare per i giovani avellinesi un’estate da ricordare con attività sportiva, fisica, ludica e occasioni di socializzazione. Tutto nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19. Una concretezza d’azione senza annunci ma con la sostanza dei fatti.

Ora, ci chiediamo: alla luce di tutto quanto appreso, affermato e descritto, una futura candidatura civica del vescovo sarebbe proprio impossibile? Mai dire mai.

Ci piacerebbe che con questo attivismo si potesse procedere a risolvere prontamente e definitivamente anche un’altra questione molto cara a questa rubrica, come a questa testata: provvedere ad immaginare un accesso alternativo alla nostra cattedrale.

Staremo a vedere. Pronti a tornare su queste pagine finalmente solo per ringraziare per quanto sarà accaduto. Nel merito, invitiamo le parti interessate ad una rilettura dei tanti sguardi sull’argomento: si potranno ritrovare spunti e suggerimenti interessanti.

Attendiamo accompagnati anche da quello che ci piace definire il “ vizio della speranza”.

 

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