AVELLINO – Rattoppare: verbo transitivo, riparare applicando una o più toppe; rappezzare. Estensione: risistemare riparando le parti rovinate. Rattoppare, gesto apprezzabile se compiuto perché mosso dalla volontà, ad esempio, di allungare la vita di un abito, ancorché sia anche la necessità a consigliarlo. Al contrario, rattoppare diviene gesto semplicemente inaccettabile quando offende la dignità altrui o è utilizzato deturpando l’immagine di un contesto già in avanzato disfacimento.
È il caso dello stato in cui versano ormai quasi tutte le strade cittadine. Per chi vive stancamente e passivamente la città, certi scenari sono un’abitudine perché in fondo, da lungo tempo sul tema nihil sub sole novum e tutto diventa normalità: dalle “strisce pedonali arcobaleno” di via Matteotti per cui ci pare di ricordare che l’amministrazione comunale sia stata “diffidata con ammenda” dal ministero dei Trasporti per palesi irregolarità a strade completamente dissestate con buche (per la “gioia” delle tante autofficine della città), rattoppi posticci e bicolore, tombini che sprofondano.
Il disastro delle strade cittadine, del centro o della periferia, non fa nessuna differenza e la fantasia spazia infinita: verrebbe da pensare se, ad esempio, ad un sampietrino rotto, usurato o addirittura mancante, si volesse, nella riparazione, provvedere prima di tutto ed innanzitutto alla ricerca di analogo sampietrino “sano”; invece no, ecco coprire il buco con approssimato ricorso a sgradevole ed antiestetico catrame nero, in attesa che “l’abitudine abbassi lo sguardo”.
Analoga confusione ed approssimazione si avverte quando a richiedere manutenzione e cura è un tratto di strada asfaltato: ci si aspetterebbe un minuzioso intervento in campo intero, così da uniformarlo al tratto di asfalto nuovo e nero, invece no! L’elenco del bicolore è ricco e variegato: da via Francesco Tedesco a via Circumvallazione, a via Oscar D’Agostino, a via Tagliamento, a via Annarumma, e molte altre. Avviandosi verso il centro si è portati a pensare che le cose possano migliorare e invece no! Da Corso Europa a via De Sanctis, a Piazza D’Armi, provate a percorrere a piedi o in auto una delle strade appena menzionate.
Insomma, veri e propri tocchi d’artista: un mosaico multicolore con diverse tonalità di grigio e nero, anche alquanto rabberciato, per il gusto della nostra appassionata amministrazione comunale, in barba al buon gusto, al buon senso, all’uniformità di contesto o anche solo all’estetica.
Non limitarsi a rattoppare, dunque, ma impegnarsi a immaginare interventi mirati, volti ad uniformare l’intero manto stradale ad evitare nel tempo fisiologiche quanto naturali degenerazioni dell’asfalto residuo che, già anch’esso usurato, ne avrà, com’è ovvio, accorciata la vita e pronto a nuovi rattoppi.
Ora, viste le nostre numerose segnalazioni sull’argomento, viene da chiedersi: esiste o no, per un’amministrazione comunale, una figura ad hoc responsabile di questo comparto? A tal proposito ci viene da pensare anche al ripristino del mercato bisettimanale a Campo Genova per volontà irremovibile del primo cittadino: ben venga tutto questo ma riteniamo si sarebbe dovuto provvedere, peraltro, anche a prevedere un articolato piano traffico che disciplinasse l’afflusso veicolare e pedonale verso Campo Genova, ad evitare la smodata e confusa bagarre, come raccontano gli organi di stampa.
Se, dunque, la “rivoluzione Avellino” immaginata e più volte annunciata dal sindaco Festa continua a rimanere statica nel caratterizzarsi per una “mediocrità senza argini” e se l’inerzia di chi, per competenze professionali, è chiamato a risolvere questi problemi corrisponde a incapacità, allora sarà meglio che altri subentrino e dimostrino quanto possibile sia la soluzione quando è la volontà e la perizia a ricercarla.