AVELLINO – Il titolo scelto per lo sguardo di questa settimana si attaglia perfettamente a diversi luoghi, spazi e zone della nostra città ma la stretta attualità ci fa pensare che, ancora una volta, un luogo più di altri sia meritevole della nostra attenzione: ricordate il Centro per l’autismo di Valle? Ebbene, il prossimo anno cadranno i vent’anni dalla posa della prima pietra sul suolo di Contrada Serroni. Avremmo voluto finalmente raccontarvi della totale ultimazione dei lavori, della cessazione del cantiere e della conseguente consegna definitiva della struttura alla città. E invece no! Ci troviamo di fronte al solito chiassoso immobilismo, i cancelli sono serrati ed il Centro appare consegnato al degrado, all’incuria, all’abbandono ad alle cattive abitudini dei soliti vandali d’occasione e con pezzi di intonaco che “liberamente” vengono giù dalle pareti sia interne che esterne. Per non parlare dell’erba che, non curata, continua ad “alzarsi” a dismisura.
Appare superfluo ripercorre per intero le tappe dell’odissea che ha coinvolto la struttura ma ci pare comunque utile tornare su alcuni punti cardine: stiamo pensando, ad esempio, al concreto e fattivo impegno della Regione Campania e del presidente De Luca con un cospicuo finanziamento dell’opera, all’interessamento alla vicenda persino della Santa Sede o a come il commissario Priolo sia riuscito comunque a sbrogliare una matassa su cui la politica locale ha continuato e continua ad arrancare. Ci pare di ricordare, infatti, che proprio al regime commissariale si deve l’attuazione della procedura di esproprio e la conseguente acquisizione a patrimonio comunale della struttura. Non va dimenticato, inoltre, che sempre in regime commissariale ci fu la convocazione in prefettura di Comune e Asl per risolvere, si pensava definitivamente, il nodo della gestione del Centro.
Sono passati quattro anni da allora e poco o nulla è cambiato se si eccettuano alcuni rilievi dell’Asl a voler rendere più funzionale la struttura e la rinnovata disponibilità dei vertici di via Degli Imbimbo a farsi carico della gestione. Insomma nihil sub sole novum, se non fosse per le recenti dichiarazioni del sindaco Festa e dei comparti di competenza che rassicurano sulla definitiva consegna e apertura del Centro entro e non oltre il prossimo autunno. Staremo a vedere.
Peccato solo che queste stesse rassicurazioni venivano date direttamente dal primo cittadino anche “entro e non oltre l’autunno del 2020” o anche “entro e non oltre la fine del 2020” e oggi siamo al 12 giugno 2021, ma tant’è. A verifica di quanto appena affermato, invitiamo ad ascoltare la diretta Facebook del primo cittadino sul tema del 17 agosto 2020 o anche una sua intervista del 14 maggio 2020. Da allora ad oggi, insomma, c’è stato immobilismo totale, lo dicono i fatti e i fatti aggiungono anche che la struttura ha necessità di altri lavori ineludibili per circa 140 mila euro. Anche in questo caso staremo a vedere.
È tutto semplicemente vergognoso! Ora basta! È l’ora della verità, è finito il tempo degli sterili, stucchevoli e snervanti rimpalli di responsabilità: abbiamo bisogno di risposte chiare, nette e soprattutto definitive, le chiede la città, le pretendono e le meritano i tanti ragazzi che attendono di poter usufruire del Centro e le loro famiglie. Non va dimenticato, peraltro, che il Centro è stato giudicato dagli esperti che hanno potuto visitarlo “un gioiello in termini di garanzia per il dopo di noi”. Cioè la certezza di autonomia e di futuro per i giovani pazienti ospitati.
Si usi questo tempo per offrire la garanzia di riempire di contenuto il suo ventesimo anno di vita, magari avviandone davvero, finalmente e definitivamente l’attività. Potrà essere motivo di vanto per la nostra città certo, ma, ne siamo sicuri, anche per l’intero territorio provinciale e regionale. Impegniamoci tutti, dunque, perché il Centro non continui ad essere solo una chimera perché, in fondo, sono proprio questi particolari a designare il grado di civiltà, di inclusività di una città, di una comunità. Più fatti, meno parole! Anche da qui, perché no, attraverso una volontà concreta e reale all’impegno, potrà ripartire un organico rilancio dell’azione amministrativa
Noi, per parte nostra, saremo pronti a tornare su queste pagine per ringraziare, speriamo, per quanto di positivo accadrà. Potrà apparire a volte monotono il ritrovare sollecitazioni verso problematiche già ampiamente trattate ma di certo più monotoni risultano essere coloro che ci costringono ad esserlo.