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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Solo due suggerimenti

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Rubriche-LaLettera_piaz_kenned.jpgAVELLINO – Questa settimana sentiamo di voler dare solo due suggerimenti: per il primo stiamo pensando a quel tratto di strada che dalla fine del viale alberato dei Platani giunge all’inizio della superstrada.

Ebbene i marciapiedi in quel tratto sono caratterizzati dall’avere un percorso da un lato, già di per sé ristretto, ulteriormente impedito da diversi ostacoli quali tronchi di alberi già tagliati per motivi di sicurezza o altri spontaneamente caduti e mai rimossi del tutto, e dall’altro un marciapiede caratterizzato da continui saliscendi, dissestato, scosceso e ostacolato da auto in sosta trasversale senza il minimo rispetto.

Ma ad un tale scenario di difficoltà, al pedone che ha la sventura di incamminarvisi si aggiunge la pericolosità oltremodo aumentata dal sentirsi sfiorare da auto, pullman, camioncini che raggiungono velocità non compatibili con le più elementari norme di prudenza ponendo a serio rischio l’incolumità del malcapitato pedone (e di frammenti di auto incidentate se ne trovano spesso sul percorso). Se poi si ha necessità di un attraversamento, allora è bene affidare “l’anima a Dio”.

Ora, se dispositivi introdotti per limitare la velocità veicolare su strada conservano una loro reale funzione, il suggerire l’installazione di un tanto bistrattato autovelox in quel tratto di strada non diventa più auspicabile ma doveroso “prima che sia tardi troppo presto”: è un invito a verificare quanto affermato e a prendere opportuni provvedimenti.

Per il secondo suggerimento torniamo verso il centro città e sentiamo di voler offrire l’occasione per un’opportunità: ricordate la casetta di legno ubicata nei pressi della struttura in corten di Parco Di Nunno? La moderna costruzione, che pure ben si integra con l’ambiente circostante, appare  meritevole di una degna riqualificazione e di un più funzionale progetto di impiego, viste le note disavventure del bar ospitato all’interno della casetta fino a qualche tempo fa (costretto a chiudere), ad  evitare il rischio di esporla  a bersaglio di incontrollata violenza di balordi o teatro di spiacevoli accadimenti, di cui pure la stretta attualità ci dà conto.

Ebbene, pur nella consapevolezza che  le numerose idee e proposte al vaglio dei comparti di competenza siano in egual misura meritevoli di giusta attenzione, suggeriamo utile convertirne la funzione in un  presidio permanente di un corpo di pubblica sicurezza come, ed esempio, una sede distaccata della polizia municipale, o, in alternativa, in un infopoint.

Se infatti la prima soluzione, il presidio fisso di un corpo di pubblica sicurezza , potrà essere garanzia di tutela costante e continua per una zona della città comunque “più esposta”, quella di un infopoint, ad ora in verità già ospitato nei locali terranei di Palazzo Caracciolo, offrirebbe comunque ulteriore opportunità di avere notizia sul “fluire della vita” cittadina, provinciale e perché no anche regionale, con informazioni utili su eventi, incontri ed attività culturali e non solo. Darebbe, insomma sostanza al concretizzarsi di azioni e gesti semplici connessi ai luoghi che abitiamo, facendoci  nuovamente essere cittadini tra i cittadini e, soprattutto, potrebbe far ritrovare anche al capoluogo capacità attrattive e turistiche che ad ora paiono sopite.

Ipotizzabile inoltre, per la casetta un’integrazione di funzioni con i pannelli a messaggio variabile già presenti in città e che pure meritano di essere riportati alla loro massima efficienza di funzionamento. Non trascurabile neppure l’opportunità di poter offrire nuovi posti di lavoro, necessità sempre attuale.

Come si ricorderà, tutto quanto appena affermato e descritto è già stato oggetto di più di un nostro sguardo, ma tant’è. Solo due stimoli d’attenzione, nella consapevolezza che comunque si saprà agire garantendo soluzioni efficaci,  efficienti e soprattutto definitive.

Noi, dal nostro canto, non possiamo che restare speranzosi che non si continui a servirsi del tempo come inerte attesa dell’oblio. Staremmo a vedere, assicurando, come da prassi ormai consolidata, occhio vigile ed attento anche sui due suggerimenti appena offerti.

 

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