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    03/07/2024

L’occhio sulla città/Il fallimento della politica e gli applausi di coccodrillo

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Politica_montecitorio_laula.jpgAVELLINO – In queste settimane l’attenzione generale è catalizzata dalla crisi di governo: “ubi maior minor cessat”, dunque, e, com’è ovvio, anche il nostro occhio non ha voluto essere da meno offrendovi qualche pensiero e considerazione nel merito, preferendo però lasciare commenti ed analisi specifiche ed approfondite a colleghi politologi professionisti.

Dobbiamo confessare un certo imbarazzo nel ricercare le motivazioni di una crisi politica apparsa da subito senza alcun apparente plausibile fondamento e che, aspetto ancor più grave, qualunque voglia considerarsi la causa scatenante, ha provocato profondo sgomento nel Paese e, peggio, in ambito internazionale.

Ciò che è sotto gli occhi di tutti è una classe politica che, in evidente crisi di leadership, ha dimostrato tutta la sua pochezza, tutta la sua fragilità, nonché tutta la sua poca avvedutezza, insomma tutto il suo fallimento. Fallimento culminato nell’ipocrisia andata in scena a Montecitorio con gli “applausi di coccodrillo” di gran parte dei deputati che hanno accompagnato le poche righe di commiato del presidente Draghi: semplicemente vergognoso!

Avevamo stabilità interna e credibilità europea, potevamo contare sulle più alte garanzie e certezze: in  una parola si era compiuta una “indubitabile positiva scelta di sistema”. Non si può, infatti, non riconoscere al presidente del Consiglio uscente una straordinaria capacità di dialogo, di mediazione e soprattutto di gestione di risorse economiche che va ben al di là di ogni supponibile paragone, garantendoci il miglior utilizzo dei fondi europei destinati al nostro Paese: pensiamo, per tutti, ai fondi del Pnrr. Potevamo ambire ad essere per una volta il Paese da imitare e da seguire ma tant’è. Pur consci di non poter permetterci pause per tutto quanto appena affermato e descritto e per una pandemia che tuttora si manifesta pericolosamente diffusa, così tanta cieca, inspiegabile e pretestuosa ostinazione  ha impedito la prosecuzione di una tanto autorevole esperienza di governo. Ma se l’euristica della disponibilità per valutare un  argomento, un concetto si basa semplicemente su una “scorciatoia mentale” che si affida ad esempi immediati, a notizie suggestive che ritornano alla mente capaci di orientare erroneamente e/o acriticamente a nuove opinioni, perché non condannare coloro che di queste “scorciatoie” ne approfittano facendone un sistema politico-culturale da algoritmo persuasivo? Purtroppo questo sistema, così abilmente manipolato, è in grado di indirizzare pensieri di massa divenendo forza persuasiva per ricordare, ad esempio che “votare è l’unico esercizio o documento di democrazia”  anche laddove la democrazia è chiamata, a volte, a valutare soluzioni di ben altro spessore e difficoltà.

In fondo, lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo tempo eccezionale, dinanzi alle Camere ci sono molti importanti adempimenti da portare a compimento.

Vogliamo augurarci, pertanto che pur nell’intensa e spesso acuta dialettica della campagna elettorale voglia esservi da parte di tutti l’impegno ad un contributo costruttivo nell’interesse superiore del Paese e a tutela, salvaguardia e nel totale rispetto “dell’agenda Draghi”.

Ora capirete bene che le cose di casa nostra sono ben misera cosa pur se procedono parallele ma distanti a testimoniare quanto incapace, inetta, inefficace, gretta, spocchiosa sia la classe dei “competenti” chiamata a governarci, e ci fa  rabbrividire  sentire un notista  politico quale dice di essere Marco Travaglio affermare: “Ma che sarà mai, su sessanta milioni di italiani uno come Draghi lo troveremo di sicuro, forse anche meglio”. Auguri Travaglio, buona fortuna.

 

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