AVELLINO – In più di un’occasione abbiamo rimarcato il rammarico, la tristezza ed il disappunto di fronte all’insipienza di chi è chiamato a prendere decisioni per la città. Percezioni che, per la verità, restano inalterate. Avremmo voluto raccontarvi che qualcosa fosse finalmente cambiato su di un tema che continuiamo a ritenere dirimente ad un reale e concreto sviluppo urbanistico del capoluogo e che, tanto questa rubrica quanto questa testata hanno ormai da lungo tempo eletto a loro battaglia di civiltà: garantire piena accessibilità per tutti a tutti i luoghi aperti al pubblico ed a tutte le chiese cittadine partendo proprio dalla nostra Cattedrale, ma non possiamo ancora farlo.
È vero, il progetto di restyling del Duomo c’è ma viene da chiedersi: “dove eravamo rimasti”?
Dopo il restauro della facciata lapidea in stile neoclassico, voluto dalla Curia, in particolare dal vescovo monsignor Arturo Aiello ed avvenuto la scorsa Pasqua, si è passati al sagrato, oggetto di un minuzioso lavoro di restauro e pulizia. Non sono mancati neppure delicati interventi sui tre portoni bronzei d’acceso alle tre navate e lavori di nuova coibentazione dell’edificio ed agli infissi.
Un altro step del progetto prevede l’eliminazione delle cancellate d’ingresso, in maniera da ricreare un unicum prospettico tra i gradini in pietra della Cattedrale ed i basoli di Piazza Duomo. Ma la vera svolta sarà rappresentata dalla realizzazione di una rampa d’accesso alternativo aperta anche alla fruizione di persone con limitata o ridotta capacità di deambulazione. La rampa, costruita ad arte e perfettamente integrata con l’ambiente circostante sarà costruita sul lato destro.
Ebbene, lo scorso sabato, abbiamo avuto occasione di fare una passeggiata proprio a Piazza Duomo e ci siamo accorti che effettivamente i lavori si avviano alla conclusione, elemento, questo che ci fa parlare al futuro, se non fosse per un particolare non certo da poco: nei piani della diocesi il cantiere avrebbe dovuto concludersi entro il quindici agosto ed oggi siamo al quindici ottobre. Sono trascorsi due mesi e tanto dell’eliminazione delle cancellate ma soprattutto della rampa, ancora nemmeno l’ombra: avrebbe dovuto fare della nostra Cattedrale “il luogo consacrato all’accessibilità ed all’inclusione universale” e ci auguriamo che questa inaspettata dilazione dei tempi risponda soltanto a motivi tecnici e non ad altro. Abbiamo registrato, nel merito, il rammarico dei preti del Duomo che lamentano come la Cattedrale fosse sempre meno frequentata: ma, in fondo, è proprio garantendo piena accessibilità ed accoglienza che si potrà vedere assicurata sempre maggiore partecipazione. Ci chiediamo allora: per la rampa, quanto dovremo ancora aspettare?
Per una pronta risposta confidiamo anche nella riconosciuta sensibilità del vescovo verso questo tema. È importante segnalare ancora che l’intero progetto è affidato ad architetti, ingegneri e giardinieri di assoluta fiducia del vescovo e dunque direttamente nominati dalla Curia.
Non può essere sottaciuta, inoltre, la volontà della Curia a volersi prendere cura degli spazi verdi della zona, nonché della piazzetta retrostante la Cattedrale, intitolata al ricordo delle vittime del terribile sisma del ventitré novembre 1980, a riprova della grande attenzione di monsignor Aiello alla cura del verde pubblico.
Alla particolare sensibilità della Curia verso politiche attente alla sostenibilità ambientale, si deve anche il varo di una nuova illuminazione a risparmio energetico per la facciata del Duomo, nonché la collocazione di nuovi corpi illuminanti e di particolari faretti a led in diversi punti del sagrato e della piazza a valorizzare la visione d’insieme.
Insomma, nonostante qualche inaspettato imprevisto, “dimenticanza o disattenzione” a cui, senz’altro si saprà presto porre adeguato rimedio, dal nostro vescovo ancora un esempio di fattiva concretezza d’azione a dimostrare quanto possibile sia la soluzione quando sono la perizia, la competenza e la volontà a ricercarla.
Nella certezza che i nostri punti interrogativi possano presto trasformarsi in punti esclamativi, auguriamo buon lavoro.