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    03/07/2024

Storia di improvvisazione di sempre

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b_300_220_15593462_0___images_stories_neve5.jpgAVELLINO - Sulle polemiche sorte all'indomani delle recenti nevicate riceviamo e pubblichiamo: Giovedì 2 febbraio 2012 – sembra una favola, ma non lo è – dopo martellamenti mediatici che tuonavano “pericolo neve, … in arrivo bufera di  neve… morsa gelida in tutta Italia….” con cui si invitavano tutti (leggi Amministrazioni) ad essere preparati all’evenienza, ad attivare tutte le procedure per limitare il disagio, ha iniziato a nevicare. Eccome! (un plauso al Servizio meteorologico preciso ed accorto).

Dopo un summit, bella parola che riempie la bocca, altisonante, ma ahimè molte volte vuota, sterile, priva di contenuti propositivi, ma oltremodo metafisica,  allorché la neve arrivò,  la macchina, partorita dopo “estenuanti, propositive, fattive indicazioni”, e chi più ne ha ne metta,  non si stacca dalla partenza, falsa partenza, no, guasto meccanico, no, non c’era la macchina. Meditate!

E’ pur vero che si potrebbe eccepire, a buon ragione, che non è facile organizzare, coordinare, pianificare, far funzionare un piano-neve in un ambito cittadino (ricordiamo che Avellino non è New York), ma…. vedere che venerdì mattina,  3 febbraio 2012, alle 10,00, nessun mezzo del Comune di Avellino o di privati che il Comune avrebbe potuto contattare per il “bene pubblico” era in azione costituisce un flop storico. Accettabile se almeno si fosse tenuto conto di priorità, una per tutte, rendere percorribile la viabilità esterna di accesso alla Città ospedaliera, bene di tutti, dove tutti potremmo essere utenti.  Nulla di ciò fino a tarda mattinata e, quando, finalmente è passato qualche mezzo, di neve e ghiaccio ve ne era ancora tanto da, lo sapete tutti, bloccare un’ambulanza proveniente da Napoli a soli, dico, soli 500 metri circa dalla”salvezza”, l’ospedale. Per fortuna il paziente trasportato non era di quelli ove il tempo, anche breve, equivaleva a scelta tra vita e….morte.

Occorre che ci scappi il morto per capire come siano state scellerate le scelte risalenti agli anni '80 sull’ubicazione della Cittadella ospedaliera, senza previsione alcuna per la pubblica amministrazione di Avellino del tempo e di quelle susseguitesi poi, di opere di urbanizzazione primaria... la viabilità…; (opere imposte per il comune senso civico ed in favore della comunità tutta dal Comune di Avellino, ma totalmente disattese dallo stesso). E’ aberrante, e nemmeno da Terzo Mondo, lo offenderei, pensare e, ahimè, vedere, che niente è stato fatto per realizzare prima le infrastrutture che rendessero utilizzabile la costruenda ed ipotizzata ed agognata per venti anni e più Città ospedaliera.

Poi è arrivata l’inaugurazione della megagalattica opera, una cattedrale nel deserto, una bellissima costruzione senza le scale di accesso. Scusate, ma il buon senso dove sta? Avrebbe mai nessuno pensato a casa propria di costruire un’abitazione senza accessi? Stabilire che si entra dal lucernario anziché dal piano terra? Che il garage sia ubicato sul tetto, senza rampe, e non nell’interrato e semi-interrato, o almeno a livello di strada?

Orrore, vergogna, menzogne, quelle profferite presuntuosamente da chi rappresenta il Comune, il sindaco, pensando che, come sempre da troppo tempo, da decenni, l’ascoltatore,  leggasi l’elettore,  abbia l’anello al naso. Un povero mentecatto decerebrato, “tutto a posto, la macchina si è attivata subito, efficace, efficiente, limitati i disagi”. Che bella favola, o meglio racconto e apologia dell’inefficienza e lode della menzogna.

Dimenticavo, perdonate lo sfogo, ma potremmo anche soprassedere sulla fase iniziale critica (?), ma ora, con i mezzi antineve spargisale, e sembra proprio che non se ne trovi (sarebbero dovuti essere previdenti e pensare ad approvvigionarsi o almeno avere contatti, in caso di bisogno, in tempi non sospetti e cruciali), gli spazzaneve puliscono la città a macchia di leopardo e dove passano lasciano cumuli di neve, o meglio ghiaccio che occlude l’accesso e, quindi l’uscita, di numerosissime abitazioni, trattasi di sequestro in massa, forse di un messaggio poco subliminale che ci invita (=obbliga) a stare a casa? Bene, ma se vi è una emergenza sanitaria che si fa, si prende pala  e piccone, si frantuma il ghiaccio e poi, se si è ancora in tempo, andiamo in ospedale, in farmacia, dal medico?

Buon senso avrebbe imposto – subito dopo la imprevedibile e non annunciata (ci vuole una bella faccia tosta) nevicata – che almeno si cercasse di liberare gli accessi alle abitazioni, almeno in parte. Niente.

Alla prossima puntata, ma purtroppo non è un reality, ma realtà di ordinaria vergogna. Occorre che i cittadini rappresentino tale comportamento alla Giustizia? Spero non occorra, soprattutto perché l’Italia ha fatto ridere già troppo il mondo per l’inettitudine, menefreghismo ed approssimazione di chi ci governa, a tutti i livelli, e soprattutto per le false verità (=menzogne) dette.

Vittorino Tecce

 

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