AVELLINO – Repetita iuvant, dicevano gli antichi. L'occhio sulla città di questa settimana si trova costretto, con rammarico e con un po’ di tristezza di fronte all’insipienza di chi deve prendere decisioni, a dover tornare a guardare ad una questione che continua a ritenere centrale nel contesto di un reale discorso urbanistico legato al futuro della nostra città: pensare ad un acceso alternativo che consenta a tutti l'ingresso alla nostra cattedrale. Applicare un elevatore elettronico lungo il corso della scalinata del duomo, infatti, immaginare un'entrata secondaria "adeguata" o quant'altro, non solo non ne deturperebbe l'antica, storica facciata, ma garantirebbe il sacrosanto diritto di tutti i cittadini, disabili compresi, a poter vivere a pieno la città.
Non continuiamo, dunque, ad anteporre l'estetica o chissà cos'altro...al rispetto della libertà collettiva. È proprio l'attenzione a questi "dettagli" a darci il conforto di aver raggiunto un grado di civiltà vero e reale. Non si può e non si deve prescindere però, per far questo, da un'azione sinergica tra amministrazione comunale, curia e sovrintendenza cui spetterà la parola definitiva sulla fattibilità del progetto .
Sarebbe un bel modo per mostrarci realtà finalmente inclusiva e non più ancora, solo e soltanto, esclusiva. Con l'auspicio di dover tornare su queste pagine solo per ringraziare l'amministrazione comunale e quanti vorranno, finalmente, raccogliere l'ennesimo nostro appello, attendiamo fiduciosi...