AVELLINO – Essere stati spettatori dell'intensa fiction Pietro Mennea, la freccia del Sud, trasmessa da Rai Uno la scorsa settimana, ci ha dato lo spunto per ricordare la figura di uno dei simboli dell'atletica leggera italiana e del Mezzogiorno.
Uomo del Sud umile e molto determinato, ha saputo dimostrare come la tenacia e la volontà possano trasformare la fatica del sacrificio in apoteosi della conquista. Fu proprio ad Avellino che il velocista barlettano, presso il circolo del nuoto, nel 2011 presentò il suo libro L'oro di Mosca, racconto dell'indimenticabile conquista della medaglia d'oro a Mosca, nel 1980.
Espressione di uno sport sano, Mennea ha saputo inculcare nelle giovani generazioni onestà morale e lealtà sportiva. Non va dimenticata a proposito un'altra visita compiuta da Mennea in terra d'Irpinia, quella " regalata" ai giovani allievi della scuola media di Serino.
Vorace appassionato dalla conoscenza, il "velocista istruito", come egli stesso si definiva, conseguì quattro lauree, una delle quali presso l'università degli studi di Salerno con una tesi in letteratura italiana. Circostanza che, lasciatecelo dire, inorgoglisce anche un po' chi scrive, studente prima e dottore poi presso il suddetto ateneo.
Sarebbe auspicabile, in proposito, che nel sito d'ateneo fra gli "alunni celebri" potesse trovare spazio anche il dottor Pietro Mennea. Sarebbe certamente un ulteriore motivo d'orgoglio e di lustro per l'ateneo stesso. È anche attraverso la lezione e l'esempio di uomini simbolo di un autentico riscatto sociale che si potrà riscoprire l'orgoglio di essere meridionali.