AVELLINO – Il Liceo “Paolo Emilio Imbriani” ha vissuto, il 14 dicembre scorso, a Roma un’intensa esperienza formativa, partecipando alla prima sessione del convegno “Le ragioni della Commedia tra passato e futuro”, promosso dall’Accademia Nazionale dei Lincei che, fondata nel 1603, è la più antica accademia scientifica del mondo ed ebbe tra i suoi primi soci Galileo Galilei.
Il convegno, nell’ambito di un più vasto progetto di ricerca, denominato Segnature, ha indagato le possibili ragioni per le quali ancora oggi, settecentocinquanta anni dopo la nascita di Dante, la Commedia, un testo così profondamente e quasi esaustivamente rappresentativo della cultura medievale, è ancora l’opera della letteratura italiana più letta e studiata al mondo, parte ineludibile di ogni canone. Il convegno ha offerto perciò ai nostri allievi (45, delle classi IIIC linguistico e V A e V C Scientifico), ai docenti prof. Maria Rosaria Carbonara e prof. Raffaele La Sala (promotore dell’iniziativa), al dirigente scolastico Tullio Faia, anche in concomitanza con il 150° anniversario della fondazione del nostro Istituto, una preziosa occasione di confronto con le riflessioni dei più autorevoli specialisti dell’opera di Dante, in una atmosfera di solenne compostezza e di coinvolgente suggestione intellettuale.
Attraverso letture ed esegesi di passi della Commedia e di costanti raffronti con testi di autori antichi e contemporanei, gli interventi hanno offerto inedite prospettive critiche ed indicato nuovi percorsi di ricerca. Il mondo dantesco, come sospeso tra le urgenti passioni del suo tempo e l’affermazione di valori universali, si è disvelato (attraverso i dotti interventi di Roberto Antonelli, Piero Boitani, Manlio Pastore Stocchi, Lina Bolzoni, Emilio Pasquini, Antonio Paolucci, Francesco Bruni, Carlo Del Corno, Mario Capaldo) nella sua affascinante ricchezza che ha coinvolto studenti e docenti.
In particolare le relazioni Piero Boitani (Cosa significa Dante per noi, con frequenti riferimenti a What Dante means to me di T.S. Eliot); di Manlio Pastore Stocchi (Ulisse, I presume); di Paolucci (che ha offerto una inedita e appassionante chiave di lettura sui rapporti tra Dante e le arti figurative); di Francesco Bruni (sulla giustizia e le donne nella Commedia) e di Mario Capaldo (sulle Conversazioni su Dante del poeta russo Osip Mandel’s^tam, morto nel 1938 nei gulag staliniani) sono state oggetto di ulteriori riflessioni e saranno sicuramente riprese nella normale programmazione didattica.
Alla fine una foto ricordo della delegazione del Liceo Imbriani con il prof. Mario Capaldo, accademico dei Lincei dal 2010 e docente ordinario di Filologia slava dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha suggellato una intensa e proficua giornata di studio. È questa la scuola che vogliamo.