AVELLINO – Si è chiusa con un successo la stagione della Sidigas Avellino, che nell’ultima di campionato ha battuto in trasferta la Whirlpool Varese. Un successo che vale poco per la classifica, ma che almeno ha regalato un’ultima soddisfazione agli appassionati irpini.
Nel campionato che si è appena chiuso, la Sidigas ha chiuso a 24 punti, frutto di dodici vittorie, subendo ben diciotto sconfitte, quindici con la gestione di Vitucci e solo tre con quella di Frates. Un ruolino di marcia identico a quello della passata stagione, che non può quindi far sorridere né i tifosi, né la dirigenza del club avellinese. L’avvicendamento sulla panchina ha dato qualche frutto, ma è forse avvenuto con troppo ritardo, quando ormai per raggiungere i play-off sarebbe servito un finale perfetto.
Il campionato va in archivio lasciandosi dietro una serie di interrogativi ed il rammarico di aver sprecato un altro anno. O, meglio, c’è la speranza che l’esperienza maturata in questi tre anni possa essere la base dalla quale ripartire per una stagione, la sedicesima in serie A, che possa finalmente dare soddisfazioni alla proprietà, alla quale va riconosciuto il merito di averci comunque provato. Magari affidandosi alle persone sbagliate, o a chi non ha saputo gestire le risorse investite. Non ci piace fare processi, ma la squadra di quest’anno è sembrata più un album di figurine che una compagine vera e propria, spacciata spesso per un gruppo unito, che tale non era. Il talento individuale di quasi tutti i giocatori non è in discussione, ma le loro caratteristiche tecniche non si sono integrate. Colpa di chi li ha scelti e di chi li ha gestiti, di chi non è stato capace di dare un’identità ed un gioco alla Sidigas. Ed i risultati e la classifica sono impietosi nel certificarlo.
La qualificazione alle Final Eight aveva illuso un po’ tutti, anche se cominciavano ad arrivare segnali negativi, soprattutto dopo la sconfitta casalinga contro Brindisi. Il mancato accesso ai play-off, il mancato raggiungimento di uno degli obiettivi dichiarati non è certamente stato accolto con piacere dalla proprietà, che però avrà più tempo a disposizione per programmare il futuro, ed evitare di commettere gli errori degli anni scorsi. Il primo nodo da sciogliere è quello dell’allenatore. Frates ha avuto poco tempo per cercare di convincere la proprietà, ma gli va riconosciuto il merito di aver accettato una sfida difficile, quasi impossibile. Ma ha lavorato con grande professionalità e con grande impegno, riuscendo in pochissimo tempo a cambiare qualcosa nel sistema di gioco della Sidigas, riuscendo ad ottener risultati discreti. Ma basteranno a convincere la società ad estendere il contratto anche per la prossima stagione?
I play off stanno per cominciare, e terranno impegnate le partecipanti per un po’ di tempo, nel quale potrebbe essere difficile agganciare qualche tecnico impegnato nel giocarsi lo scudetto. La scelta del coach potrebbe dipendere anche da come si andrà ad aggiornare l’organigramma societario, se ci sarà, cioè, l’inserimento di un’altra figura dirigenziale con incarico strettamente tecnico, un ex giocatore o un ex allenatore al quale potrebbe essere affidata la supervisione tecnica.
A nostro avviso non sono da mettere in discussione le posizioni di Gianluca De Gennaro, assistente fin dal primo anno di serie A, né quella di Silvio Barnabà, al quale va certamente riconosciuto il merito dell’assenza di infortuni muscolari negli ultimi due anni. Subito dopo bisognerà passare alla verifica delle eventuali conferme dei giocatori, senza isterismi e senza farsi condizionare dai risultati di quest’anno. Anche perché ripartire totalmente da zero potrebbe anche essere controproducente, e rallenterebbe ulteriormente il processo di crescita e la voglia di risultati soddisfacenti, di vedere finalmente il frutto degli investimenti effettuati. Ma cercare di scoprire il nome dell’allenatore e dei giocatori sarà lo sport preferito dei tifosi e degli addetti ai lavori dei prossimi mesi.
