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    22/07/2024

Scandone, arriva il fallimento. Addio a 73 anni di storia

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Basket5_logoscandon.jpgAVELLINO – 29 luglio 2021. Una data che nessuno, ad Avellino, potrà mai dimenticare. Oggi è stato decretato il fallimento della Scandone, un colpo al cuore per i tanti appassionati della palla a spicchi, ma anche di tante persone che hanno a cuore le sorti di tutto ciò che ha rappresentato un fattore positivo per la nostra città. 73 anni dopo la sua nascita, oggi la Scandone è morta per mano del Tribunale, ma soprattutto per mano di chi non ha fatto nulla per tentare di salvarla. Anzi, che ha fatto di tutto per farla arrivare al fallimento.

In effetti la Scandone non è fallita oggi, ma all’inizio di luglio, quando sono stati revocati il liquidatore Basile, gli avvocati Achille e Fabio Benigni, e gli altri consulenti che pure avevano trovato nelle pieghe della contabilità della Scandone uno spiraglio per evitare il fallimento, al punto di arrivare a proporre ed ottenere un decreto ingiuntivo nei confronti della Sidigas del valore di circa 13 milioni di euro.

Un atto che evidentemente ha scombussolato le intenzioni di arrivare all’epilogo di oggi. Un epilogo che suona come una beffa enorme non solo per il lato sportivo della vicenda con la scomparsa della gloriosa società, ma che paradossalmente potrebbe finire per ledere gli interessi economici dei creditori, in primis l’Erario, cioè un’altra parte dello Stato. Un epilogo arrivato per mano anche di un liquidatore avellinese, che si è affrettato ad affermare che “oggi è stato dichiarato il fallimento di una spa con debiti per 23 milioni e non anche della storia e del nome di Scandone 1948”.

Una dichiarazione assolutamente fuori luogo, assurda, al limite dell’eresia, e forse anche oltre la stessa. Oggi non avete ucciso una società per azioni. Avete ucciso 73 anni di storia sportiva, di gioie, di dolori, di esaltazione, di vita, di amore per una maglia e per una società. Sentimenti che possono comprendere solo gli attori di questa storia, dirigenti (ma non tutti, alla luce di quanto accaduto oggi), allenatori, giocatori, tifosi.

I social media sono pieni di post da parte di tutti questi attori, di giocatori che hanno ricordato la loro militanza con la casacca biancoverde, orgogliosi di averlo fatto, di aver contribuito alla storia della Scandone. Ma d’altra parte nessuno si era illuso più di tanto, perché fin dalla rimozione di Basile e degli avvocati Benigni è apparso chiarissimo che il piano era quello di interrompere il cammino che avrebbe quasi certamente portato ad un concordato in luogo del fallimento.

D’altra parte la serietà degli avvocati Benigni e dei consulenti che si stavano occupando del piano, certifica che non erano certamente dei visionari. Questa parte della vicenda potrebbe anche essere allegoricamente rappresentata da una canzone del grandissimo Edoardo Bennato, Mangiafuoco, che recita testualmente: “Non si scherza, non è un gioco, sta arrivando Mangiafuoco. Lui comanda e muove i fili, fa ballare i burattini. State attenti tutti quanti, non fa tanti complimenti, chi non balla o balla male, lui lo manda all'ospedale. Ma se scopre che tu i fili non ce l'hai, se si accorge che il ballo non lo fai, allora sono guai e te ne accorgerai, attento a quel che fai, attento ragazzo, che chiama i suoi gendarmi e ti dichiara pazzo!”.

Lasciamo ai lettori il compito di dare un nome ai personaggi, ma è chiaro che chi non ha eseguito gli ordini è stato rimosso, chi non è andato nella direzione voluta da Mangiafuoco è stato “dichiarato pazzo”. Vedremo come si evolverà la situazione, ma siamo curiosi soprattutto di capire che fine abbia fatto o che fine farà il decreto ingiuntivo di circa 13 milioni concesso dallo stesso Tribunale di Avellino che, unito all’offerta di un patrimonio di circa 4,5 milioni da parte della famiglia di De Cesare, avrebbe rappresentato una base decisamente interessante per far evolvere la situazione in maniera diversa.

Troppi punti interrogativi in una richiesta di fallimento da parte degli stessi organi societari, con la pantomima di aver preso qualche giorno di tempo per esaminare la documentazione per proseguire nella strada tracciata da Basile e dagli altri consulenti. Ma gli stessi avrebbero dovuto già conoscere i bilanci nei quali restano alcuni punti oscuri che ci auguriamo possano essere chiariti dai professionisti incaricati dal Tribunale di Avellino per gestire questa ulteriore fase del procedimento, con l’adunanza per procedere all’esame dello stato del passivo fissata al prossimo 14 dicembre.  Resta un mistero perché si sia giunti a questa decisione.  Cui prodest?

Con il tempo, forse, avremo la risposta, anche se un’idea l’abbiamo ben chiara nella nostra mente. Un domani arriverà una risposta, che comunque non lenirà il dolore che provano tutti quelli che amano la Scandone. Un dolore che non può essere lenito dalla buona notizia arrivata dalla Fip con la ratifica dell’acquisizione del titolo della Fortitudo Roma da parte della Del. Fes. Avellino, che disputerà quindi la serie B nella prossima stagione, con la società che è stata inserita nel girone D che comprende squadre campane, del Basso Lazio, pugliesi, calabresi e siciliane. Un girone impegnativo sia dal punto di vista tecnico che logistico, con la dirigenza che da domani potrà cominciare a costruire squadra e società.

 

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