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    03/07/2024

Avellino, ancora risse e violenze in carcere. La protesta dei sindacati di polizia

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b_300_220_15593462_0___images_stories_Cronaca2_carcere2.jpgAVELLINO – “Una violentissima rissa, l’ennesima, è scoppiata poco dopo mezzogiorno presso la casa circondariale di Avellino e ha visto coinvolti una decina di detenuti i quali ne avrebbero aggrediti altri due. In particolare, a un ristretto sarebbe stato addirittura reciso un pezzo di naso e un altro avrebbe riportato gravi lesioni alla milza. Entrambi sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale cittadino dopo che la polizia penitenziaria è riuscita, nonostante le gravissime criticità operative e con grandissima professionalità, a riportare almeno una parvenza d’ordine”.

A commentare l’accaduto è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.

“Mentre il ministro Nordio discetta del riutilizzo di caserme dismesse a scopo detentivo, da conseguirsi a suo dire in due anni, nelle carceri la violenza continua a imperversare con gravissime conseguenze per i detenuti, per gli operatori, i quali subiscono anche aggressioni al ritmo di cinque al giorno, e per la stessa tenuta dell’ordine democratico. Basti pensare che a vigilare su circa 500 ristretti nelle sezioni detentive del carcere avellinese stamattina erano appena due appartenenti al corpo di polizia penitenziaria. Del resto, solo ieri, da ultimo, avevamo lanciato un nuovo allarme con una nota indirizzata ai vertici del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dal segretario regionale della Campania e componente di segreteria nazionale, Domenico de Benedictis”, spiega il segretario della Uilpa polizia penitenziaria.

“Noi vogliamo ribadirlo con chiarezza, condividiamo moltissimi dei propositi ripetutamente manifestati dal sottosegretario al ministero della Giustizia, con specifica delega al Dap, Andrea Delmastro delle Vedove, ma abbiamo la netta sensazione che quegli intendimenti non siano adeguatamente supportati dal guardasigilli, dal governo, e forse, neppure dal capo del Dap, Giovanni Russo. Serve un decreto carceri che, prendendo atto dell’emergenza in essere e con procedure d’urgenza, consenta cospicue assunzioni straordinarie e il potenziamento degli equipaggiamenti. Ma occorrono anche il varo di protocolli d’intervento operativo, la revisione del modello custodiale, una nuova regolamentazione per la gestione dei reclusi malati di mente, misure deflattive della densità detentiva e riforme complessive. Il resto è utile alla politica solo per prendere tempo, ma in carcere, paradossalmente, di tempo non ce n’è più”, conclude De Fazio.

*  *  *

Aggiornamento del 23 agosto 2023, ore 16.57 - È sempre altissima la tensione nelle carceri campane. E protesta il sindacato autonomo polizia penitenziaria, il primo e più rappresentativo del personale di polizia in servizio nelle carceri del Paese, come denuncia Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria. “Poco fa”, prosegue, “una decina di detenuti si è scagliata contro altri due ristretti, rimasti seriamente contusi. Non si conoscono le ragioni alla base di questa incredibile violenza e sono in corso le indagini della polizia penitenziaria. Questo gravissimo episodio ha precise responsabilità ministeriali: come già denunciato dal Sappe, ormai i detenuti la fanno da padrone, grazie ad una indiscriminata apertura delle celle. E deve fare riflettere come non vengano recepiti il Provveditorato della Regione Campania gli allarmi che quasi quotidianamente il Sappe sta lanciano sul carcere irpino”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “questo è lo scenario quotidiano inaccettabile in cui opera il corpo di polizia penitenzia. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti. È una vergogna! Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle istituzioni e dalla politica! Noi siamo pronti a scendere in piazza, a Napoli, per manifestare tutta la nostra rabbia e la nostra protesta! Il provveditore Castellano sembra voler deliberatamente ignorare i problemi delle carceri campane, come si evince anche dalla lettura di una sua intervista recente. Deve spiegare in due anni che dirige il Prap cosa ha fatto per migliorare la sicurezza degli istituti e soprattutto la sicurezza dei poliziotti penitenziari. Tutto è fermo. Avellino, Salerno, Ariano Irpino, Carinola: in questi istituti le aggressioni verso la polizia penitenziaria e il caos gestione sono all’ordine del giorno”.

 

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