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    03/07/2024

L’analisi/Terremoto 23 novembre 1980, una data spartiacque

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Un'immagine di Lioni LIONI – Ospitiamo un intervento di Lucio Garofalo, un tentativo di analisi storica a 40 anni dal sisma del 1980.

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Il 23 novembre di quest'anno ricorre il quarantennale di un terremoto devastante che nel 1980 sconvolse una vasta area del Sud Italia con un'intensità superiore al 10° grado della scala Mercalli, ovvero una magnitudo pari a 6,9 della scala Richter. Fu una scossa tellurica lunghissima che durò 90 secondi circa e fece tremare l'arco appenninico meridionale, radendo al suolo interi paesi in Irpinia e in Basilicata, le cui popolazioni furono decimate.

Il ricordo di quella esperienza suscita ancora oggi, in coloro che l’hanno vissuta sulla propria pelle, un coacervo di emozioni intense, angosciose, di inquietudine e sgomento, un profondo senso di dolore e di rabbia, che turbano ancora gli animi degli abitanti irpini e lucani. Si trattò del più catastrofico cataclisma che ha sconquassato il Sud Italia nella sua storia più recente, ossia dal secondo dopoguerra ad oggi, un immane disastro provocato dalla furia naturale ed aggravato da fattori di origine antropico-culturale (1).

Nei giorni successivi al sisma, vari analisti politici si azzardarono a muovere (non a torto) pesanti accuse di responsabilità politica e morale agli esponenti istituzionali, polemizzando sui ritardi, sulle lentezze e sulle carenze accusate durante le operazioni allestite in soccorso delle popolazioni colpite dal sisma: accuse che invocavano un’ipotesi agghiacciante di “strage di Stato” (2). La furia tellurica si abbatté in modo spaventoso sulle comunità irpine e lucane, ma in seguito la voracità degli “avvoltoi”, posti al vertice delle istituzioni locali, completò l’opera di saccheggio e devastazione del sisma. Tuttavia, fu proprio in seguito al terremoto del 1980 che venne istituita, in Italia, la Protezione civile (3), una struttura operativa che costituisce un motivo di vanto per il nostro Paese per quanto concerne il livello di efficienza e tempestività negli interventi di soccorso in caso di “calamità naturali”, ma resta ancora arretrato, invece, sul fronte della prevenzione dei rischi sismici.

Una data sparrtiacque

 

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